Speciale 22
Speciale Solarexpo & Greenbuilding 2012
Referenza

Gli stati generali delle rinnovabili al Solarexpo

Si sono svolti mercoledì 9 maggio a Verona, nell’ambito di Solarexpo, gli “stati generali” delle associazioni delle rinnovabili, che hanno visto la presenza del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, intervenuto per rispondere alle domande delle associazioni sul futuro delle rinnovabili nel nostro paese e sul futuro, sempre più incerto, degli incentivi.

Un intervento a tutto campo quello del ministro, che ha parlato di fotovoltaico, cogenerazione, biocarburanti e piano energetico nazionale, portando diverse idee che, se concretizzate nel prossimo futuro, potrebbero fare dell’Italia uno dei paesi più avanzati nel campo delle rinnovabili.
Per la prima volta il ministro parla di sussidi ai combustibili fossili che, a livello mondiale, sono sei volte più alti rispetto a quelli per le rinnovabili: eliminare i sussidi ai combustibili fossili, piuttosto che alzare a dismisura quelli alle rinnovabili, per rendere il sistema competitivo.

“La competizione tra fonti rinnovabili e fonti fossili ha bisogno di parità d’azione, bisogna rendere la competizione con le rinnovabili più equilibrata”. Nel nostro paese, infatti, gli investimenti nelle rinnovabili hanno superato quelli per le altre fonti di energia già nel 2011.

Secondo il ministro, però, una ricalibrazione degli incentivi era necessaria: “dal 2008 lo schema degli incentivi è stato tarato solo sul raggiungimento degli obbiettivi del 20 20 20, non si è  ragionato su quale fosse la strada migliore per il raggiungimento di questi obbiettivi e ci si è concentrati sostanzialmente sui prodotti; per questo abbiamo avuto un effetto di economie di scala con incentivi spropositati e superiori al valore reale, determinando delle rendite più a livello finanziario che a livello industriale: il risultato pratico - continua il ministro - è che ci siamo ritrovati con un costo degli incentivi spropositato, almeno per il fotovoltaico. La stagione delle rendite speculative è finita, dobbiamo consolidare nel nostro sistema economico il ruolo delle rinnovabili che devono diventare competitive anche sul piano economico”.

Il tanto atteso Piano Energetico Nazionale, dunque, andrebbe fatto lavorando sulle forme di erogazione delle fonti energetiche, le quali dovranno far entrare in relazione domanda e offerta, stabilendo il costo: “ho in mente un piano energetico nel quale si stabiliscono le forme con cui l’energia entra nel mercato e nella distribuzione, creando competizione tra le varie fonti e quindi abbassando i prezzi”. Una rottura completa rispetto al governo precedente, che prospettava un piano energetico con quote fisse, stabilite a tavolino: “dobbiamo fissare dei limiti minimi, non dei limiti massimi per la produzione di energia elettrica rinnovabile”.

Chiusa la questione sul fotovoltaico - almeno per il momento - Clini dichiara aperta quella sulle rinnovabili termiche, “tecnologie importantissime per l’Italia”, cogenerazione e generazione distribuita, “altro punto di riferimento per la strategia energetica nazionale” e revisione dei certificati bianchi, che dovrà essere legata alla Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica.
Sul rapporto tra energia e agricoltura il ministro punta tutto sullo sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione: “non utilizzare la pianura padana per la produzione di biocarburanti, ma valorizzare gli scarti dell’agricoltura. L’energia deve essere un derivato dell’agricoltura, non viceversa”.

Quello della “chimica verde”, secondo il ministro, potrebbe essere un altro asset importante di sviluppo per il nostro paese, riconvertendo i poli della chimica tradizionale, ormai quasi completamente smantellati, in poli di produzione green.