Focus Efficienza Energetica
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Si allontana l’obiettivo di neutralità climatica, l’UE lo relega a una postilla
La neutralità climatica non dovrà essere raggiunta entro il 2050, ha vinto l’opposizione di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria
L’UE ridimensiona il proprio impegno in ambito climatico con una decisione che ha lasciato interdette numerose associazioni ed enti internazionali: nonostante l’accordo di ben 24 dei 28 Stati Membri, il Consiglio europeo ha scelto di non rendere esplicito l’obiettivo di neutralità climatica da raggiungere entro il 2050.
Sono stati tre i Paesi ad opporsi alla visione neutrale del futuro dell’Unione Europea: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria ( a cui si è poi aggiunta l’Estonia), a causa dei quali il testo conclusivo del Consiglio Europeo cita unicamente il testo “Unione Europea neutrale sul clima” senza citare alcun riferimento temporale come termine per questo obiettivo.
Come risultato dell’opposizione di dei paesi dell’est europeo quindi il testo è arrivato a contenere l’obiettivo temporale del 2050 solo in un piè di pagina, nel quale si afferma che “la grande maggioranza” dei Paesi membri si è detta favorevole al raggiungimento l’obiettivo della neutralità entro la metà del secolo
Tra le più aspre critiche a questa conclusione ne è arrivata dal WWF. La direttrice dello European Policy Office dell’associazione, Ester Asin ha affermato “L’Europa si è autoinflitta un colpo devastante in termini di leadership sul cambiamento climatico. Ha deluso tutti coloro che negli ultimi mesi avevano chiesto a gran voce azioni concrete per il clima, riducendo le loro speranze di accelerazione dell’impegno ad una mera nota a piè pagina. I 24 Stati Membri che sostengono l’obiettivo della 'neutralità climatica al 2050 non sono riusciti a tenere la posizione, e hanno lasciato che l’impegno da loro richiesto venisse annacquato da soli 3 Paesi. Il riferimento all’essere coerenti con l’Accordo di Parigi è fuori luogo in un testo così debole, che banalizza quanto stabilito dal trattato sul clima".
Ha poi concluso “L’impegno a conseguire le zero emissioni nette entro il 2040, insieme a un aggiornamento dell’obiettivo Ue al 2030, dovrebbero far parte della posizione aggiornata sul clima che l’Europa porterà alle Nazioni Unite. Incoraggiamo la presidenza finlandese dell’Ue e il nuovo presidente della Commissione Europea a far sì che ciò accada in fretta”.
Più fiducioso il direttore scientifico del Kyoto Club, Gianni Silvestrini, secondo cui la decisione del Consiglio Europeo “non impedirà comunque di raggiungere l’obiettivo. Molti Paesi sono infatti decisissimi a perseguire la neutralità climatica entro i prossimi 30 anni. Altri Paesi anche prima: la Finlandia si è data come scadenza limite il 2035. È dunque probabile che in una fase successiva, con qualche sostegno per favorire l’uscita dal carbone e lo sviluppo delle rinnovabili, anche l’area di Visègrad si assocerà nella battaglia contro la crisi climatica".
I prossimi step in ambito climatico per l’UE prevedono il Summit sul clima del Segretario Generale dell’ONU a New York, a settembre. Un incontro durante il quale si prevede molte nazioni adeguino il proprio impegno in ambito climatico in virtù delle indicazioni della comunità scientifica, secondo quanto già previsto dall’Accordo di Parigi del 2015. La prossima riunione formale del Consiglio Europeo si terrà invece nei giorni 17-18 ottobre, chissà se in quell’occasione si sceglierà di ripensare agli obiettivi di neutralità climatica in un ottica più proattiva.
Fonte: Adnkronos
Sono stati tre i Paesi ad opporsi alla visione neutrale del futuro dell’Unione Europea: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria ( a cui si è poi aggiunta l’Estonia), a causa dei quali il testo conclusivo del Consiglio Europeo cita unicamente il testo “Unione Europea neutrale sul clima” senza citare alcun riferimento temporale come termine per questo obiettivo.
Come risultato dell’opposizione di dei paesi dell’est europeo quindi il testo è arrivato a contenere l’obiettivo temporale del 2050 solo in un piè di pagina, nel quale si afferma che “la grande maggioranza” dei Paesi membri si è detta favorevole al raggiungimento l’obiettivo della neutralità entro la metà del secolo
Tra le più aspre critiche a questa conclusione ne è arrivata dal WWF. La direttrice dello European Policy Office dell’associazione, Ester Asin ha affermato “L’Europa si è autoinflitta un colpo devastante in termini di leadership sul cambiamento climatico. Ha deluso tutti coloro che negli ultimi mesi avevano chiesto a gran voce azioni concrete per il clima, riducendo le loro speranze di accelerazione dell’impegno ad una mera nota a piè pagina. I 24 Stati Membri che sostengono l’obiettivo della 'neutralità climatica al 2050 non sono riusciti a tenere la posizione, e hanno lasciato che l’impegno da loro richiesto venisse annacquato da soli 3 Paesi. Il riferimento all’essere coerenti con l’Accordo di Parigi è fuori luogo in un testo così debole, che banalizza quanto stabilito dal trattato sul clima".
Ha poi concluso “L’impegno a conseguire le zero emissioni nette entro il 2040, insieme a un aggiornamento dell’obiettivo Ue al 2030, dovrebbero far parte della posizione aggiornata sul clima che l’Europa porterà alle Nazioni Unite. Incoraggiamo la presidenza finlandese dell’Ue e il nuovo presidente della Commissione Europea a far sì che ciò accada in fretta”.
Più fiducioso il direttore scientifico del Kyoto Club, Gianni Silvestrini, secondo cui la decisione del Consiglio Europeo “non impedirà comunque di raggiungere l’obiettivo. Molti Paesi sono infatti decisissimi a perseguire la neutralità climatica entro i prossimi 30 anni. Altri Paesi anche prima: la Finlandia si è data come scadenza limite il 2035. È dunque probabile che in una fase successiva, con qualche sostegno per favorire l’uscita dal carbone e lo sviluppo delle rinnovabili, anche l’area di Visègrad si assocerà nella battaglia contro la crisi climatica".
I prossimi step in ambito climatico per l’UE prevedono il Summit sul clima del Segretario Generale dell’ONU a New York, a settembre. Un incontro durante il quale si prevede molte nazioni adeguino il proprio impegno in ambito climatico in virtù delle indicazioni della comunità scientifica, secondo quanto già previsto dall’Accordo di Parigi del 2015. La prossima riunione formale del Consiglio Europeo si terrà invece nei giorni 17-18 ottobre, chissà se in quell’occasione si sceglierà di ripensare agli obiettivi di neutralità climatica in un ottica più proattiva.
Fonte: Adnkronos
