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Raffreddamento radiativo: la vernice ultra bianca sostituirà i condizionatori?
Sviluppata in America una nuova vernice ultra bianca per raffreddare gli ambienti

Un gruppo di ingegneri della Purdue University, negli Stati Uniti, ha creato una vernice ultra bianca in grado di riflettere fino al 98,1% dei raggi solari e di abbattere di 7 gradi la temperatura delle superfici verniciate rispetto alla temperatura dell’ambiente.
Una ricerca che ha dato importanti risultati, visto che le vernici per il raffreddamento radiativo attualmente disponibili sul mercato globale arrivano a riflettere solamente l’80-90% dei raggi solari e assorbono la luce UV, non riuscendo quindi a portare le temperature delle superfici al di sotto dei valori di quella esterna.
L’Università americana aveva già ottenuto ottimi risultati a ottobre 2020, quando aveva effettuato precedenti sperimentazioni con la vernice ultra bianca, ma la nuova versione ha raggiunto traguardi decisamente significativi. Non solo nell’abbattimento della temperatura e nella percentuale di luce solare riflessa, ma anche dal punto di vista della sostenibilità, poiché l’utilizzo di questa tecnologia per raffreddare gli edifici potrebbe, in futuro, portare a fare a meno dell’aria condizionata, andando ad abbattere i consumi energetici e gli effetti sul riscaldamento globale.
L’affermazione del professore di ingegneria meccanica della Purdue University Xiulin Ruan ci permette di comprendere meglio il potenziale di questa vernice ultra bianca: “se dovessi usare questa vernice per coprire un'area del tetto di circa 1.000 piedi quadrati, stimiamo che potresti ottenere una potenza di raffreddamento di 10 kilowatt. È più potente dei condizionatori d'aria centrali utilizzati dalla maggior parte delle case".
Il biancore estremo di questa vernice è dato principalmente da due caratteristiche. La prima è l’altissima concentrazione all’interno della vernice di un composto chimico chiamato solfato di bario, che solitamente viene impiegato nello sbiancamento della carta fotografica e dei cosmetici. La seconda è che le particelle di questo composto presentano tutte dimensioni diverse. La quantità di luce solare che ogni particella diffonde è determinata dalla sua dimensione, quindi una più ampia gamma di dimensioni di particelle consente alla vernice di disperdere più dello spettro luminoso del sole.
La vernice ultra bianca ottenuta dagli ingegneri della Purdue è il risultato di sei anni di ricerca basata sui primi tentativi effettuati negli anni ’70 con i quali si tentava di sviluppare una vernice per il raffreddamento radiativo come alternativa valida ai tradizionali condizionatori d’aria. A quanto pare, dopo circa 50 anni di sperimentazioni, l’obiettivo si sta avvicinando sempre di più.
Una ricerca che ha dato importanti risultati, visto che le vernici per il raffreddamento radiativo attualmente disponibili sul mercato globale arrivano a riflettere solamente l’80-90% dei raggi solari e assorbono la luce UV, non riuscendo quindi a portare le temperature delle superfici al di sotto dei valori di quella esterna.
L’Università americana aveva già ottenuto ottimi risultati a ottobre 2020, quando aveva effettuato precedenti sperimentazioni con la vernice ultra bianca, ma la nuova versione ha raggiunto traguardi decisamente significativi. Non solo nell’abbattimento della temperatura e nella percentuale di luce solare riflessa, ma anche dal punto di vista della sostenibilità, poiché l’utilizzo di questa tecnologia per raffreddare gli edifici potrebbe, in futuro, portare a fare a meno dell’aria condizionata, andando ad abbattere i consumi energetici e gli effetti sul riscaldamento globale.
L’affermazione del professore di ingegneria meccanica della Purdue University Xiulin Ruan ci permette di comprendere meglio il potenziale di questa vernice ultra bianca: “se dovessi usare questa vernice per coprire un'area del tetto di circa 1.000 piedi quadrati, stimiamo che potresti ottenere una potenza di raffreddamento di 10 kilowatt. È più potente dei condizionatori d'aria centrali utilizzati dalla maggior parte delle case".
Il biancore estremo di questa vernice è dato principalmente da due caratteristiche. La prima è l’altissima concentrazione all’interno della vernice di un composto chimico chiamato solfato di bario, che solitamente viene impiegato nello sbiancamento della carta fotografica e dei cosmetici. La seconda è che le particelle di questo composto presentano tutte dimensioni diverse. La quantità di luce solare che ogni particella diffonde è determinata dalla sua dimensione, quindi una più ampia gamma di dimensioni di particelle consente alla vernice di disperdere più dello spettro luminoso del sole.
La vernice ultra bianca ottenuta dagli ingegneri della Purdue è il risultato di sei anni di ricerca basata sui primi tentativi effettuati negli anni ’70 con i quali si tentava di sviluppare una vernice per il raffreddamento radiativo come alternativa valida ai tradizionali condizionatori d’aria. A quanto pare, dopo circa 50 anni di sperimentazioni, l’obiettivo si sta avvicinando sempre di più.