Focus Efficienza Energetica
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Non c’è più tempo, il raffreddamento efficiente serve ora!
In che modo un raffreddamento efficiente e rispettoso del clima può supportare la transizione del settore energetico a zero emissioni nette
Le politiche ambientali internazionali, nel corso degli ultimi decenni, hanno imposto dei profondi cambiamenti di paradigma al modo di produrre e sfruttare l’energia elettrica nel tentativo di ridurre l’impatto climatico delle attività di produzione di riscaldamento e raffreddamento.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze sul sistema mondiale che conosciamo se i sistemi di climatizzazione non dovessero cambiare abbastanza in fretta? Se lo è chiesto il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC), che ha realizzato un Report in cui analizza gli impatti che l’eccessiva domanda di elettricità per il raffreddamento potrebbe avere sull’ambiente e sui sistemi finanziari internazionali, se non si riuscisse a ridurla fino allo zero netto entro il 2050.
Si parla spesso di sicurezza energetica, uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione Europea, ma anche di riduzione delle emissioni, a loro volta prodotte dalla generazione elettrica da fonti fossili.
Si tratta di due facce della stessa medaglia, sulle quali è necessario lavorare da subito in modo armonico, così da assicurare un’adeguata evoluzione del sistema in ottica ambientale e sostenibile.
L’IPCC ha annunciato nel 2018 l’esigenza di arrivare, nel 2030, a ridurre del 45% le emissioni nette globali di CO2 rispetto ai limiti del 2010, per poter limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, per poi procedere verso l’obiettivo di emissioni zero nel 2050. Per arrivare a un risultato così ambizioso sarà necessario eliminare in toto l’utilizzo delle fonti fossili, lavorando allo stesso tempo a sistemi che permettano la cattura della CO2 dall’atmosfera, così da riuscire a compensare le eventuali emissioni rimanenti.
Negli ultimi anni, per converso, si è assistito ad un aumento della domanda di elettricità, determinato in prima istanza da una maggiore richiesta di raffrescamento degli ambienti che, in particolare in determinati momenti della giornata, mette in difficoltà il settore energetico il quale, allo stato attuale, non ha l’elasticità necessaria per fornire energia sicura, conveniente e ad emissioni zero nell’arco delle 24 ore.
Il nuovo Report IPCC, intitolato “The Power of Efficient Cooling”, è stato realizzato sfruttando un sistema di modellazione che identifica i costi finanziari e ambientali derivanti dalla produzione energetica in uno scenario ipotetico in cui la domanda di elettricità dal raffreddamento degli ambienti non viene ridotta. Allo stesso tempo lo studio ha quantificato le possibili riduzioni di costo ottenibili da un efficientamento dei sistemi di raffreddamento e dalle possibili alternative applicabili dal settore energetico, comprese le soluzioni di accumulo di energia termica ed i programmi di risposta alla domanda.
Non ultimo, il rapporto sottolinea l’importanza di agire subito sul settore energetico, sia da un punto di vista tecnologico sia sociale, agendo con politiche adeguate che abbiano il potenziale di accelerare il passaggio a una refrigerazione efficiente e ad una produzione energetica ad emissioni nette pari a zero.
Tra le previsioni per il futuro che il Report sul raffrescamento efficiente ha condiviso, si evidenziano:
Per poter evitare questi scenari, evidentemente preoccupanti, IPCC propone di agire su più fronti, in particolare:
Le analisi IPCC mettono tutti i Governi di fronte ad una situazione grave ed urgente, che necessita di azioni immediate. La diffusione di sistemi di raffreddamento sostenibili è necessaria sin da subito, altrimenti sarà molto probabile che l’obiettivo di produzione di emissioni nette pari zero entro il 2050 non venga raggiunto.
Il Report, disponibile in lingua inglese qui di seguito, sottolinea comunque che l’applicazione di metodi più efficienti per la produzione di raffreddamento potrebbe produrre dei vantaggi ulteriori rispetto a quelli ambientali, avvantaggiando economicamente tutte le parti interessate: tra cui i Governi, i consumatori e lo stesso settore energetico; un motivo in più per sviluppare fin da subito degli incentivi adeguati.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze sul sistema mondiale che conosciamo se i sistemi di climatizzazione non dovessero cambiare abbastanza in fretta? Se lo è chiesto il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC), che ha realizzato un Report in cui analizza gli impatti che l’eccessiva domanda di elettricità per il raffreddamento potrebbe avere sull’ambiente e sui sistemi finanziari internazionali, se non si riuscisse a ridurla fino allo zero netto entro il 2050.
Si parla spesso di sicurezza energetica, uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione Europea, ma anche di riduzione delle emissioni, a loro volta prodotte dalla generazione elettrica da fonti fossili.
Si tratta di due facce della stessa medaglia, sulle quali è necessario lavorare da subito in modo armonico, così da assicurare un’adeguata evoluzione del sistema in ottica ambientale e sostenibile.
L’IPCC ha annunciato nel 2018 l’esigenza di arrivare, nel 2030, a ridurre del 45% le emissioni nette globali di CO2 rispetto ai limiti del 2010, per poter limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, per poi procedere verso l’obiettivo di emissioni zero nel 2050. Per arrivare a un risultato così ambizioso sarà necessario eliminare in toto l’utilizzo delle fonti fossili, lavorando allo stesso tempo a sistemi che permettano la cattura della CO2 dall’atmosfera, così da riuscire a compensare le eventuali emissioni rimanenti.
Negli ultimi anni, per converso, si è assistito ad un aumento della domanda di elettricità, determinato in prima istanza da una maggiore richiesta di raffrescamento degli ambienti che, in particolare in determinati momenti della giornata, mette in difficoltà il settore energetico il quale, allo stato attuale, non ha l’elasticità necessaria per fornire energia sicura, conveniente e ad emissioni zero nell’arco delle 24 ore.
Il nuovo Report IPCC, intitolato “The Power of Efficient Cooling”, è stato realizzato sfruttando un sistema di modellazione che identifica i costi finanziari e ambientali derivanti dalla produzione energetica in uno scenario ipotetico in cui la domanda di elettricità dal raffreddamento degli ambienti non viene ridotta. Allo stesso tempo lo studio ha quantificato le possibili riduzioni di costo ottenibili da un efficientamento dei sistemi di raffreddamento e dalle possibili alternative applicabili dal settore energetico, comprese le soluzioni di accumulo di energia termica ed i programmi di risposta alla domanda.
Non ultimo, il rapporto sottolinea l’importanza di agire subito sul settore energetico, sia da un punto di vista tecnologico sia sociale, agendo con politiche adeguate che abbiano il potenziale di accelerare il passaggio a una refrigerazione efficiente e ad una produzione energetica ad emissioni nette pari a zero.
Tra le previsioni per il futuro che il Report sul raffrescamento efficiente ha condiviso, si evidenziano:
- Un raddoppio della domanda elettrica per il raffreddamento entro il 2030, con un tasso annuo medio del 6,1%, che a sua volta provocherà l’emissione di 10,1 GtCO2 in 10 anni;
- Anche sfruttando le energie rinnovabili per la produzione elettrica finalizzata al raffreddamento i costi ambientali e finanziari del settore saranno elevati, quantificati in 4,5 trilioni di dollari e 9,2 GtCO2.
Per poter evitare questi scenari, evidentemente preoccupanti, IPCC propone di agire su più fronti, in particolare:
- Sull'installazione di apparecchiature di condizionamento più efficienti, una misura grazie alla quale sarebbe possibile risparmiare 0,9 trilioni di dollari e 2,0 GtCO2 entro il 2030;
- Riducendo la necessità di unità di condizionamento d'aria, aumentando i risparmi a 3,5 trilioni di dollari e 7,6 GtCO2 in 10 anni.
Le analisi IPCC mettono tutti i Governi di fronte ad una situazione grave ed urgente, che necessita di azioni immediate. La diffusione di sistemi di raffreddamento sostenibili è necessaria sin da subito, altrimenti sarà molto probabile che l’obiettivo di produzione di emissioni nette pari zero entro il 2050 non venga raggiunto.
Il Report, disponibile in lingua inglese qui di seguito, sottolinea comunque che l’applicazione di metodi più efficienti per la produzione di raffreddamento potrebbe produrre dei vantaggi ulteriori rispetto a quelli ambientali, avvantaggiando economicamente tutte le parti interessate: tra cui i Governi, i consumatori e lo stesso settore energetico; un motivo in più per sviluppare fin da subito degli incentivi adeguati.
