Focus Efficienza Energetica
Questo articolo ha più di 3 anni
Strategia UE per l’idrogeno: il WWF critica l’incoerenza del progetto
L’idrogeno a basse emissioni di carbonio tra le alternative fino al 2030, per il WWF l’UE si piega alle lobby del gas

In seguito alla pubblicazione della strategia dell’UE sull’idrogeno arriva pronto il commento del WWF, associazione che critica piuttosto vivacemente i contenuti del testo, dal momento che sono ritenuti incoerenti, forse addirittura dannosi per la transizione europea verso un futuro sostenibile.
Secondo il WWF infatti le indicazioni fornite dall’UE, che da un lato intendono promuovere l’idrogeno rinnovabile e dall’altro permettono di sfruttare l’idrogeno “a bassa emissione di carbonio” fino al 2030, sono un problema. Per H2 a basse emissioni si intende infatti quello prodotto dal gas con la cattura e lo stoccaggio del carbonio, un prodotto che certamente è sostenuto dalle lobby dell’industria del gas, ma che è incoerente e dannoso per l’azione dell’UE sul clima.
Un altro aspetto dubbio della strategia è che non siano stati considerati gli impatti della produzione di idrogeno sull’ambiente, sull’acqua e sulla biodiversità; ripercussioni che invece dovrebbero essere tenute centrali in ogni discussione programmatica focalizzata sulla produzione energetica sostenibile.
“L’idrogeno è un vettore energetico, quindi tutto dipende da come viene prodotta l’energia. La strategia europea dà il via libera a nuovo utilizzo di gas e questo minerebbe completamente l'obiettivo di neutralità climatica dell'UE. Gli Stati membri devono garantire che le loro strategie nazionali permettano di utilizzare solo l'idrogeno proveniente dal surplus fonti rinnovabili. È incredibile che nel 2020 ancora si giochi con gli aggettivi - idrogeno “pulito” e non verde o rinnovabile - per far rientrare in gioco i vecchi e ‘sporchi’ combustibili fossili", questo è quanto ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
Un altro importante limite alla strategia europea, evidenziato dal WWF, è data dal fatto che non viene data priorità ai metodi più efficienti per la decarbonizzazione dell’economia, cioè l’elettrificazione e l’incentivazione per l’efficienza energetica.
Tuttavia, là dove l’elettrificazione è difficile, come nei settori ad alta intensità energetica, l’aviazione o la navigazione, l’UE dà priorità all’utilizzo dell’idrogeno. Non viene però chiarito quali siano le regole e le responsabilità che circondano le infrastrutture per l’idrogeno.
“L’idrogeno non deve diventare la nuova moda per la ricerca di ingenti finanziamenti e investimenti, ma deve essere impiegato laddove serve davvero, perché è un vettore che non si presta a tutto: oltretutto non converrebbe nemmeno dal punto di vista economico”, conclude Midulla
Secondo il WWF infatti le indicazioni fornite dall’UE, che da un lato intendono promuovere l’idrogeno rinnovabile e dall’altro permettono di sfruttare l’idrogeno “a bassa emissione di carbonio” fino al 2030, sono un problema. Per H2 a basse emissioni si intende infatti quello prodotto dal gas con la cattura e lo stoccaggio del carbonio, un prodotto che certamente è sostenuto dalle lobby dell’industria del gas, ma che è incoerente e dannoso per l’azione dell’UE sul clima.
Un altro aspetto dubbio della strategia è che non siano stati considerati gli impatti della produzione di idrogeno sull’ambiente, sull’acqua e sulla biodiversità; ripercussioni che invece dovrebbero essere tenute centrali in ogni discussione programmatica focalizzata sulla produzione energetica sostenibile.
“L’idrogeno è un vettore energetico, quindi tutto dipende da come viene prodotta l’energia. La strategia europea dà il via libera a nuovo utilizzo di gas e questo minerebbe completamente l'obiettivo di neutralità climatica dell'UE. Gli Stati membri devono garantire che le loro strategie nazionali permettano di utilizzare solo l'idrogeno proveniente dal surplus fonti rinnovabili. È incredibile che nel 2020 ancora si giochi con gli aggettivi - idrogeno “pulito” e non verde o rinnovabile - per far rientrare in gioco i vecchi e ‘sporchi’ combustibili fossili", questo è quanto ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
Un altro importante limite alla strategia europea, evidenziato dal WWF, è data dal fatto che non viene data priorità ai metodi più efficienti per la decarbonizzazione dell’economia, cioè l’elettrificazione e l’incentivazione per l’efficienza energetica.
Tuttavia, là dove l’elettrificazione è difficile, come nei settori ad alta intensità energetica, l’aviazione o la navigazione, l’UE dà priorità all’utilizzo dell’idrogeno. Non viene però chiarito quali siano le regole e le responsabilità che circondano le infrastrutture per l’idrogeno.
“L’idrogeno non deve diventare la nuova moda per la ricerca di ingenti finanziamenti e investimenti, ma deve essere impiegato laddove serve davvero, perché è un vettore che non si presta a tutto: oltretutto non converrebbe nemmeno dal punto di vista economico”, conclude Midulla