Focus Efficienza Energetica
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Degradazione dei pannelli fotovoltaici: parte dagli strati interni dei backsheet
L’incapsulante in EVA potrebbe essere la causa di rotture premature degli strati interni dei backsheet dei pannelli fotovoltaici

A differenza di quanto si possa pensare, sono gli strati interni dei backsheet fotovoltaici ad essere particolarmente delicati e tendenti a rotture, lo ha rilevato un gruppo di ricerca statunitense.
Gli stessi studiosi hanno scoperto che questa degradazione viene accelerata da elementi chimici che arrivano proprio dall’incapsulante in etilene vinil acetato che unisce celle e backsheet.
Lo studio Drivers for the cracking of multilayer polyamide‐based backsheets in field photovoltaic modules: In‐depth degradation mapping analysis (Driver stimolanti la rottura dei backsheet multistrato a base di poliammide nei moduli fotovoltaici: analisi approfondita della mappatura del degrado) nel quale si approfondisce il tema e la dinamica di degradazione di backsheet dei moduli fotovoltaici, è stato realizzato dagli scienziati del dipartimento del commercio statunitense dell’Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia ed è stato pubblicato nella rivista Progress in Photovoltaics.
Gli autori si sono chiesti, lavorando a questo progetto, quali siano le cause di rottura prematura dei backsheet a base di poliammide e quale sia il modo in cui il poliammide interagisce con l’architettura stessa dei pannelli fotovoltaici. Sono stati realizzati vari test di tipo chimico e meccanico su backsheet campione presi da pannelli solari comunemente diffusi negli Stati Uniti, in Cina, in Thailandia e in Italia. Da quanto è stato possibile appurare, la maggior parte dei prodotti testati hanno dato segno di rotture premature.
Come anticipato, è risultato che siano gli strati più interni dei backsheet quelli più soggetti a rotture e degradazione. Xiaohong Gu, co-autore della ricerca ha affermato “Curiosamente, le aree più delicate sono risultate quelle più interne”.
I ricercatori hanno scoperto poi un’altra cosa interessante. È risultato che la degradazione dei backsheet viene accelerata dagli elementi chimici dannosi che derivano dalla pellicola incapsulante in Etilene vinil acetato (EVA) che è posta in contatto con i backsheet.
Ai fini dello studio sono state collocate varie strisce di poliammide in fiale di acido acetico e, dopo sei mesi, è stato controllato il livello di degradazione comparandolo con quello riscontrabile per le strisce a contatto con aria o acqua.
Nelle strisce messe a contatto con l’acido acetico sono state riscontrate delle rotture similari a quelle presenti sui backsheet che in genere sono esposti alle intemperie, ben più accentuate rispetto a quelle esposte all’aria o all’acqua.
“I test hanno dimostrato in modo diretto che l’acido acetico provoca un’accelerazione nella degradazione chimica dei prodotti che compongono i backsheet, con la conseguente rottura dello strato interno di poliammide.” Hanno concluso i ricercatori “Questo studio suggerisce che la rottura dei backsheet a base di poliammide possa essere attribuito all’effetto combinato della degradazione chimica e della riorganizzazione fisica provocata da stress termomeccanici ciclici.”
Gli stessi studiosi hanno scoperto che questa degradazione viene accelerata da elementi chimici che arrivano proprio dall’incapsulante in etilene vinil acetato che unisce celle e backsheet.
Lo studio Drivers for the cracking of multilayer polyamide‐based backsheets in field photovoltaic modules: In‐depth degradation mapping analysis (Driver stimolanti la rottura dei backsheet multistrato a base di poliammide nei moduli fotovoltaici: analisi approfondita della mappatura del degrado) nel quale si approfondisce il tema e la dinamica di degradazione di backsheet dei moduli fotovoltaici, è stato realizzato dagli scienziati del dipartimento del commercio statunitense dell’Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia ed è stato pubblicato nella rivista Progress in Photovoltaics.
Gli autori si sono chiesti, lavorando a questo progetto, quali siano le cause di rottura prematura dei backsheet a base di poliammide e quale sia il modo in cui il poliammide interagisce con l’architettura stessa dei pannelli fotovoltaici. Sono stati realizzati vari test di tipo chimico e meccanico su backsheet campione presi da pannelli solari comunemente diffusi negli Stati Uniti, in Cina, in Thailandia e in Italia. Da quanto è stato possibile appurare, la maggior parte dei prodotti testati hanno dato segno di rotture premature.
Come anticipato, è risultato che siano gli strati più interni dei backsheet quelli più soggetti a rotture e degradazione. Xiaohong Gu, co-autore della ricerca ha affermato “Curiosamente, le aree più delicate sono risultate quelle più interne”.
I ricercatori hanno scoperto poi un’altra cosa interessante. È risultato che la degradazione dei backsheet viene accelerata dagli elementi chimici dannosi che derivano dalla pellicola incapsulante in Etilene vinil acetato (EVA) che è posta in contatto con i backsheet.
Ai fini dello studio sono state collocate varie strisce di poliammide in fiale di acido acetico e, dopo sei mesi, è stato controllato il livello di degradazione comparandolo con quello riscontrabile per le strisce a contatto con aria o acqua.
Nelle strisce messe a contatto con l’acido acetico sono state riscontrate delle rotture similari a quelle presenti sui backsheet che in genere sono esposti alle intemperie, ben più accentuate rispetto a quelle esposte all’aria o all’acqua.
“I test hanno dimostrato in modo diretto che l’acido acetico provoca un’accelerazione nella degradazione chimica dei prodotti che compongono i backsheet, con la conseguente rottura dello strato interno di poliammide.” Hanno concluso i ricercatori “Questo studio suggerisce che la rottura dei backsheet a base di poliammide possa essere attribuito all’effetto combinato della degradazione chimica e della riorganizzazione fisica provocata da stress termomeccanici ciclici.”