Focus Efficienza Energetica
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Consumi di energia in UE stabili: ci si allontana dagli obiettivi di efficienza 2020 e 2030
Sia i consumi di energia primaria che finale sono rimasti sostanzialmente invariati nel 2017, è una brutta notizia per l’efficienza energetica in UE

Nonostante i buoni risultati di alcuni Stati, l’Unione Europea rimane piuttosto distante dai target di consumo energetico assunti per il 2020 e il 2030.
I dati relativi ai consumi per il 2018 dell’UE a 27 membri sono stati condivisi dall’Eurostat e dimostrano che, nonostante gli sforzi, il consumo energetico è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. I consumi di energia primaria sono stati pari a 1376 milioni di tonnellate, cioè lo -0,71% in meno rispetto al 2017, mentre i consumi di energia finale sono aumentati dello 0,02%, attestandosi a 990 Mtoe.
Purtroppo entrambi i dati sono ancora lontani dagli obiettivi di efficienza energetica assunti dall’UE per il 2020: il consumo di energia primaria dovrebbe infatti essere inferiore ai 1312 Mtoe mentre il consumo di energia finale dovrebbe fermarsi sotto ai 959 Mtoe.
Allo stesso modo si allontana la possibilità di raggiungere gli obiettivi al 2030, fissati a 1128 Mtoe per l’energia primaria e 846 Mtoe per l’energia finale.

Per maggiore chiarezza ricordiamo che il consumo di energia primaria corrisponde alla domanda energetica domestica complessiva, mentre il consumo finale si riferisce all’energia effettivamente consumata. La differenza sta nella quantità di energia che viene assorbita dal settore stesso e di quella che viene persa nei processi di trasformazione e distribuzione.
Naturalmente questi risultati insoddisfacenti per l’Unione sono il frutto di una media calcolata sui dati di ben 27 Paesi. Può essere utile quindi dare delle informazioni più specifiche sui consumi di energia primaria e finale nei singoli Stati.
Considerando unicamente i consumi di energia primaria, Eurostat ha constatato che nel 2018, rispetto al 2017, sono aumentati in 12 Stati Membri, sono rimasti stabili in 4 e sono diminuiti in 11.
Rispetto al 2017, l’aumento di consumi più consistente si è registrato in Estonia (+9%), Lettonia (+5%) e Lussemburgo (+4%). All’estremo opposto, con le maggiori percentuali di energia primaria risparmiata, si sono collocate Belgio (-5%), Grecia e Austria (-3%), seguite da Germania e Slovacchia (-2%).
La media europea dei consumi di energia finale è cambiata moltissimo negli ultimi anni, avvicinandosi moltissimo al target 2020 nel 2014 (con 937,5 Mtoe) per poi allontanarsene di nuovo, fino ad essere oggi ad un +4,9%.
I dati relativi ai consumi per il 2018 dell’UE a 27 membri sono stati condivisi dall’Eurostat e dimostrano che, nonostante gli sforzi, il consumo energetico è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. I consumi di energia primaria sono stati pari a 1376 milioni di tonnellate, cioè lo -0,71% in meno rispetto al 2017, mentre i consumi di energia finale sono aumentati dello 0,02%, attestandosi a 990 Mtoe.
Purtroppo entrambi i dati sono ancora lontani dagli obiettivi di efficienza energetica assunti dall’UE per il 2020: il consumo di energia primaria dovrebbe infatti essere inferiore ai 1312 Mtoe mentre il consumo di energia finale dovrebbe fermarsi sotto ai 959 Mtoe.
Allo stesso modo si allontana la possibilità di raggiungere gli obiettivi al 2030, fissati a 1128 Mtoe per l’energia primaria e 846 Mtoe per l’energia finale.

Per maggiore chiarezza ricordiamo che il consumo di energia primaria corrisponde alla domanda energetica domestica complessiva, mentre il consumo finale si riferisce all’energia effettivamente consumata. La differenza sta nella quantità di energia che viene assorbita dal settore stesso e di quella che viene persa nei processi di trasformazione e distribuzione.
Naturalmente questi risultati insoddisfacenti per l’Unione sono il frutto di una media calcolata sui dati di ben 27 Paesi. Può essere utile quindi dare delle informazioni più specifiche sui consumi di energia primaria e finale nei singoli Stati.
Considerando unicamente i consumi di energia primaria, Eurostat ha constatato che nel 2018, rispetto al 2017, sono aumentati in 12 Stati Membri, sono rimasti stabili in 4 e sono diminuiti in 11.
Rispetto al 2017, l’aumento di consumi più consistente si è registrato in Estonia (+9%), Lettonia (+5%) e Lussemburgo (+4%). All’estremo opposto, con le maggiori percentuali di energia primaria risparmiata, si sono collocate Belgio (-5%), Grecia e Austria (-3%), seguite da Germania e Slovacchia (-2%).
La media europea dei consumi di energia finale è cambiata moltissimo negli ultimi anni, avvicinandosi moltissimo al target 2020 nel 2014 (con 937,5 Mtoe) per poi allontanarsene di nuovo, fino ad essere oggi ad un +4,9%.