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Economia circolare: energia solare termica da scarti dell’industria siderurgica
I rifiuti dell’industria siderurgica diventano sostituiscono i sale degli impianti solari termici realizzano una vera economia circolare sostenibile

Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation il termine economia circolare definisce «un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».
Secondo questa spiegazione, dunque, l’economia circolare è un sistema economico concepito ed organizzato per sfruttare il riutilizzo dei materiali nei successivi cicli produttivi.
Un modello che ha come scopo unico la riduzione massiccia degli sprechi e che è il germe del nuovo progetto di ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile che si propone di riutilizzare gli scarti dell’industria siderurgica per lo stoccaggio di energia termica negli impianti solari termodinamici. Un’idea che, se riprodotta su larga scala, significherebbe il superamento di un nuovo confine nell’ambito della produzione a rifiuti 0 per l’industria siderurgica, un obiettivo ambizioso realizzato nell’ambito del progetto europeo REslag.
Per avere una dimensione di quanto una realizzazione di questo tipo potrebbe influire positivamente sul futuro ambientale, basti pensare al fatto che l’Europa produce ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di scorie derivanti dalle produzioni dell’acciaio, il 75% del quale derivante dall’industria dell’edilizia, mentre il 25% rimanente, quantificabile in circa 5 milioni di tonnellate, bloccato negli impianti di produzione o destinato alla discarica.
Secondo quanto dichiarato da Luca Turchetti, ricercatore della Divisione Solare Termico, Termodinamico e Smart Network di ENEA, per la realizzazione di questo nuovo progetto sarebbero stati sostituiti i sali fusi usati dall’impianto solare per accumulare energia termica, con scarti di produzioni dell’industria siderurgica riprocessati. I vantaggi derivanti da queste lavorazioni sarebbero molteplici: a partire dalla riduzione dei costi associati all’energia solare, passando per l’evidente sostenibilità dell’utilizzare un rifiuto industriale come “carburante” per la produzione di energia elettrica, per finire con la risoluzione del problema legato all’ampiezza e alla gestione delle discariche destinate, altrimenti, ad ospitare i rifiuti del comparto siderurgico.
Il progetto di economia circolare REslag, ricordiamo, è finanziato dal programma Ue Horizon 2020 e coinvolge 19 partner in 8 paesi e comprende quattro differenti ambiti di sperimentazione: energetico, che punta ad una produzione di acciaio zero-waste, recupero del calore dell’industria siderurgica, produzione di materiali ceramici refrattari ed estrazione di metalli ad alto valore aggiunto.
Secondo questa spiegazione, dunque, l’economia circolare è un sistema economico concepito ed organizzato per sfruttare il riutilizzo dei materiali nei successivi cicli produttivi.
Un modello che ha come scopo unico la riduzione massiccia degli sprechi e che è il germe del nuovo progetto di ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile che si propone di riutilizzare gli scarti dell’industria siderurgica per lo stoccaggio di energia termica negli impianti solari termodinamici. Un’idea che, se riprodotta su larga scala, significherebbe il superamento di un nuovo confine nell’ambito della produzione a rifiuti 0 per l’industria siderurgica, un obiettivo ambizioso realizzato nell’ambito del progetto europeo REslag.
Per avere una dimensione di quanto una realizzazione di questo tipo potrebbe influire positivamente sul futuro ambientale, basti pensare al fatto che l’Europa produce ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di scorie derivanti dalle produzioni dell’acciaio, il 75% del quale derivante dall’industria dell’edilizia, mentre il 25% rimanente, quantificabile in circa 5 milioni di tonnellate, bloccato negli impianti di produzione o destinato alla discarica.
Secondo quanto dichiarato da Luca Turchetti, ricercatore della Divisione Solare Termico, Termodinamico e Smart Network di ENEA, per la realizzazione di questo nuovo progetto sarebbero stati sostituiti i sali fusi usati dall’impianto solare per accumulare energia termica, con scarti di produzioni dell’industria siderurgica riprocessati. I vantaggi derivanti da queste lavorazioni sarebbero molteplici: a partire dalla riduzione dei costi associati all’energia solare, passando per l’evidente sostenibilità dell’utilizzare un rifiuto industriale come “carburante” per la produzione di energia elettrica, per finire con la risoluzione del problema legato all’ampiezza e alla gestione delle discariche destinate, altrimenti, ad ospitare i rifiuti del comparto siderurgico.
Il progetto di economia circolare REslag, ricordiamo, è finanziato dal programma Ue Horizon 2020 e coinvolge 19 partner in 8 paesi e comprende quattro differenti ambiti di sperimentazione: energetico, che punta ad una produzione di acciaio zero-waste, recupero del calore dell’industria siderurgica, produzione di materiali ceramici refrattari ed estrazione di metalli ad alto valore aggiunto.