Focus Professioni

28.08.2020

CNA: Le norme tecniche installazione impianti sono in contrasto con i Requisiti Tecnici di abilitazione

Le norme tecniche sull’installazione impianti secondo la CNA e Confartigianato sono in contrasto con la legge 4/2013
CNA si è rivolta al Ministero dello Sviluppo Economico e all’UNI per chiedere il ritiro e l’interruzione dei lavori su norme che vanno ad interessare l’attività di installazione impianti e la professionalità degli installatori e manutentori, ritenute in contrasto con la Legge 4/2013 (art. 1 c. 2).
 
Nello specifico, le norme che CNA Installazione Impianti e Confartigianato Impianti hanno chiesto di ritirare sono: la UNI CEI TS 11696:2017 che elenca i requisiti per i professionisti del fotovoltaico e la UNI 11741:2019 che definisce invece la qualifica degli installazione di sistemi radianti.
Si è chiesto poi di interrompere i lavori sulla prassi di riferimento (UNI/PdR) sulla “Manutenzione predittiva impianti di condizionamento – Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità dei manutentori degli impianti” e, allo stesso modo, l’iter di creazione della norma UNI/CT 034/GL 10 che avrebbe titolo “Servizi per i sistemi di sicurezza antincendio e di allarme anti intrusione, videosorveglianza e controllo accessi”.
 
La giustificazione che CNA e Confartigianato danno per queste richieste è il contrasto con l’applicazione della Legge 4/2013, ricordando invece che le attività di installazione impianti sono disciplinate da trent’anni dalle norme di abilitazione ex Legge 46/90 e DM 37/08.
 
“Abbiamo assistito in questi ultimi anni al proliferare indiscriminato di norme tecniche che si sovrappongono e che sono in palese contrasto con la legislazione vigente in materia di abilitazione dei Responsabili Tecnici delle imprese installatrici, norme tecniche che vengono emanate come volontarie e che poi, come dimostra anche il Decreto Legislativo 48/2020 all’articolo 7, vengono surrettiziamente trasformate come cogenti. – accusa il Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti, Guido Pesaro E’ ora che il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha il compito di vigilare sull’attività di normazione tecnica, faccia finalmente chiarezza su questi aspetti e convochi le associazioni di categoria per discuterne”.
 
“Le nostre Organizzazioni – si legge nella la nota inviata al MiSE e all’UNI dalla CNA e da Confartigianato Impianti – sono profondamente convinte del valore dei processi di qualificazione solo e solo se si mantengono nell’ambito della volontarietà e auspicheremmo che l’UNI procedesse nel delicato processo normativo che ha intrapreso, tenendo conto dell’effettiva utilità della normazione tecnica e della necessità di non generare conflitti di interesse, nel rispetto dei principi, peraltro propri di UNI, di imparzialità, consenso, efficacia e rilevanza della norma, oltre che di rispetto della legge n. 4/2013”.
 
Le due federazioni hanno chiesto poi a UNI, oltre al ritiro di queste norme, di controllare anche tra i propri Enti federati la presenza di altre norme potenzialmente connesse con l’ambito di applicazione del D.M. 37/08 ed eventualmente di sospenderne il processo normativo. Al Ministero è stato invece chiesto di vigilare, così da evitare che i processi di normazione tecnica successivi non siano il contrasto con la normativa di riferimento.