Focus Mercati

27.11.2018

Incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica: analisi di impatto economico

Il CRESME ha effettuato una stima dell’impatto degli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica sull’economia per il 2017-2018
Anno dopo anno, con piccole variazioni e aggiustamenti, il Governo conferma la possibilità di usufruire degli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica degli edifici. Queste detrazioni naturalmente hanno degli impatti sull’economia e sul mercato nazionale: il CRESME, su richiesta della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha elaborato un analisi che permette di valutare il modo in cui queste politiche hanno impattato sul sistema nazionale.
 
Questo documento rappresenta un aggiornamento rispetto alle precedenti edizioni, pubblicate ogni anno, dal 2013 a oggi, e contiene il dato a consuntivo relativo al 2017, mentre i dati per il 2018 sono stati elaborati sulla base di proiezioni che partono dalle rilevazioni effettuate nei primi otto mesi dell’anno.
 
All’interno del documento il CRESME ha provveduto inoltre a comprendere un’analisi del modo in cui gli incentivi per il recupero edilizio e riqualificazione energetica sono stati utilizzati a livello regionale, creata sulla base degli importi dichiarati nelle dichiarazioni dei redditi tra il 2010 e il 2017.
 
Rispetto agli effetti provocati dalle detrazioni concesse tra il 1998 e il 2007, le recenti Leggi di Bilancio per il 2017 e 2018 hanno introdotto delle profonde innovazioni rispetto all’adozione di misure antisismiche, misure i cui effetti non possono essere disaggregati rispetto al resto degli incentivi, e che peraltro, vista la loro recente attuazione, probabilmente non hanno ancora espresso al massimo le proprie potenzialità.
 
Stando ai dati CRESME tra il 1998 e il 2018 gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato circa 17,8 milioni di interventi, coinvolgendo 31,2 milioni di abitazioni, ossia oltre il 57% del parco edilizio residenziale. Nel corso degli ultimi vent’anni gli incentivi nazionali per gli interventi di questo tipo ha provocato investimenti per una cifra vicina al 292,7 miliardi di euro.
 
Per il 2017 il dato a consuntivo permette di stabilire che gli incentivi hanno provocato un volume di investimenti pari a 28.106 milioni di euro, dei quali solo 3.724 milioni di euro sono stati utilizzati per la riqualificazione energetica mentre ben 24.382 milioni di euro sono serviti a sostenere gli interventi di recupero edilizio. Tenendo conto dei dati e dei trend rilevati nei primi otto mesi del 2018, il CRESME prevede che nel 2018 si raggiungerà un volume di spesa complessivo superiore ai livelli del 2017, con 28.587 milioni di euro, con un lieve calo degli investimenti per la riqualificazione energetica (3.549 milioni €) e un consistente aumento degli investimenti per il recupero edilizio (25.038 milioni €).
 
L’analisi si occupa poi di valutare l’incidenza di utilizzo degli incentivi su base territoriale, confrontando in particolare gli importi dei lavori inseriti nella dichiarazione dei redditi nel biennio 2017-18 rispetto al biennio 2010-2011. Dal raffronto effettuato il CRESME deduce che il valore degli importi detratti in questi 7 anni è aumentato addirittura dell’85%.
 
Si può affermare che il Nord e il Centro Italia utilizzino in maggior misura gli incentivi rispetto alle regioni del Sud; tuttavia un dato interessante è rappresentato dal tasso di crescita del ricorso agli incentivi di queste Regioni, che è raggiunge picchi del 117% nel Sud e del 126% nelle Isole, nonostante coinvolga il 34,3% della popolazione e l’ammontare delle detrazioni rappresenti solo il 13,9% del totale (12,4 miliardi €).
 
Fortunatamente, oltre ad incentivare il recupero edilizio e la riqualificazione energetica, gli incentivi hanno un impatto rilevante sull’occupazione. Le stime per il 2018 permettono di affermare che gli incentivi provocheranno l’effetto di occupare 426.745 persone, di cui 284.497 in modo diretto e i restanti 142.248 nell’indotto.
 
Nel periodo intercorso tra il 2011 e il 2017 invece i 202,4 miliardi di € di investimenti provocati dagli incentivi hanno permesso l’occupazione di oltre 2 milioni di persone in modo diretto nel settore del recupero edilizio e della riqualificazione energetica e ha provocato la creazione di 1 milione di posti di lavori indiretti nelle industrie e nei servizi collegati.
 
Dalle ampie analisi e rilevazioni dati CRESME si possono inoltre dedurre gli effetti degli incentivi sulla finanza pubblica, sul sistema paese e sulle imprese e il fattore lavoro. Ci sono invece degli altri aspetti relativi all’impatto delle detrazioni che potrebbe essere utile valutare, ma che purtroppo sono di difficile quantificazione: ad esempio l’effetto sull’occupazione irregolare e l’emersione dei redditi, piuttosto che l’ammontare della riduzione di emissioni di CO2, la prevenzione di rischi e la valorizzazione del patrimonio immobiliare.
 
Qui di seguito è possibile scaricare l’Analisi CRESME sugli effetti degli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica sull’economia e il mercato nazionale.
 

Documentazione disponibile

Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione - Camera dei Deputati e CRESME
Focus Tecnici - IT