Focus Dal mondo

28.08.2018
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Le rinnovabili hanno salvato la produzione energetica durante l’ondata di calore

Le temperature eccessive hanno bloccato l’operato di numerosi impianti termoelettrici e nucleari europei, l’offerta energetica è stata quindi garantita grazie alle rinnovabili
Il caldo eccezionale registrato quest’estate ha avuto delle conseguenze evidenti sulla produttività di alcune tipologie di impianti di generazione elettrica di tipo tradizionale, causando l’imposizione di periodi di blocco della produttività che sono stati superati sopperendo alla domanda energetica grazie alle fonti rinnovabili.
 
Non è stata la prima volta che negli ultimi anni la produzione di centrali termoelettriche e nucleari è stata fermata durante l’estate per la presenza di temperature eccessive, anzi, in Europa si sono registrati blocchi di questo tipo anche nel 2005, 2006 e 2015.
 
Lo spegnimento delle centrali nucleari e termoelettiche durante le grandi ondate di caldo estivo si rende necessario per salvaguardare l’ambiente, la flora e la fauna marina. Infatti per garantire il funzionamento di questi grandi impianti vengono raccolti da laghi o fiumi grandi quantitativi di acqua che sono usati per la condensazione del vapore o per il raffreddamento dei reattori nucleari.
 
L’acqua sfruttata in questi processi viene poi restituita ai bacini idrici dai quali era stata prelevata ad una temperatura superiore rispetto a quella iniziale, quando questa arriva però ad essere superiore a 28° C gli impianti non hanno più il diritto di ri-immetterla in ambiente in quanto ciò causerebbe un innalzamento della temperatura del lago o del fiume, ed un conseguente danno alla fauna ittica.
 
Ciò purtroppo è già accaduto in passato quando ad alcuni impianti è stato concesso lo scarico in ambiente di acqua a una temperatura superiore a 28 °C per consentire una produzione elettrica continuativa, questa attività ha però provocato una grave moria di massa di pesci nel bacino di riferimento dell’impianto. Si tratta quindi di una pratica non sostenibile e assolutamente vietata in situazioni normali.
 
L’estate corrente è stata caratterizzata da una forte ondata di calore che ha colpito tutta l’Europa, non solo quella mediterranea, imponendo per le ragioni sopra descritte la chiusura temporanea o la riduzione della produttività per numerosi impianti.
  • In Finlandia, Germania e Svizzera è stata ridotta la produzione degli impianti nucleari;
  • Il Francia il gestore EDF ha interrotto temporaneamente il lavoro di ben quattro reattori nucleari;
  • La Germania ha ridotto la produttività di due impianti nucleati;
  • EnBW Energie Baden-Württemberg ha interrotto le operazioni dell’impianto termoelettrico di Karlsruhe;
  • Gli impianti a gas di Dormagen e Lingen hanno temporaneamente ridotto la propria produzione;
  • Vattenfall ha chiuso per un paio di giorni almeno uno dei reattori nucleari dell’impianto di Ringhals per via dell’eccessiva temperatura dell’acqua del mare usata in genere per il raffreddamento.
 
In questi periodi di blocco produttivo forzato le fonti rinnovabili hanno svolto un ruolo fondamentale per garantire l’offerta energetica necessaria alla rete europea. In particolare sono stati centrali l’eolico, l’idroelettrico e il solare, nonostante le alte temperature comportino una diminuzione dell’efficacia dei pannelli solari.
 
In casi come quelli registrati in questi mesi risulta sempre più centrale il ruolo delle fonti rinnovabili in contrasto con le fonti energetiche tradizionali che risentono dei cambiamenti climatici oltre che provocarli, sarà quindi importante che anche le nazioni ancora strettamente legate al termoelettrico e al nucleare rivedano il loro comparto energetico per orientarlo maggiormente verso una dimensione di sostenibilità e tutela dell’ambiente.