Focus Progetti
Questo articolo ha più di 3 anni
Energia marina: PEWEC è il sistema che produce energia elettrica dalle onde del mare
ENEA presenta PEWEC, lo strumento per produrre energia elettrica grazie al movimento delle onde del mare. PEWEC in Italia potrebbe rappresentare una valida alternativa alle centrali a gasolio che alimentano le isole.

PEWEC (Pendulum Wave Energy Converter) è il nuovo strumento per la produzione di energia marina: una tecnologia smart e low cost che servirà a produrre energia elettrica dalle onde del mare.
Il prototipo di questo strumento è stato presentato ieri da ENEA nel corso dell’incontro “Energia elettrica dal mare”, svoltosi a Roma nell’ambito del ciclo di incontri organizzati da ENEA per diffondere i risultati della Ricerca di Sistema relativa al triennio 2012-2014.
PEWEC è una sorta di zattera galleggiante da posizionare in mare aperto, che produce energia elettrica sfruttando l’oscillazione dello scafo causata dalle onde.
Questo strumento, infatti, è stato pensato in particolar modo per le coste italiane, caratterizzate da onde piccole ma ad alta frequenza, che riuscirebbero a far lavorare al meglio questo dispositivo, ottimizzando soprattutto la produzione di energia elettrica nelle isole del nostro Paese.
Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio ENEA di modellistica climatica e impatti, ha infatti sottolineato come un sistema di questo tipo possa risultare particolarmente interessante per le isole italiane che, attualmente, si riforniscono di energia tramite “costose e inquinanti centrali a gasolio”. Il ricercatore ha inoltre sottolineato come una decina di dispositivi come PEWEC possano produrre energia elettrica per un paese di 3000 abitanti, contribuendo non solo alla produzione di energia e al risparmio energetico, ma anche a limitare i fenomeni di erosione, riducendo l’energia delle onde che si infrangono sulla costa, senza impattare eccessivamente su flora e fauna marina.
«In Italia - ha continuato Sannino - sta crescendo l’interesse per la produzione di energia pulita e rinnovabile da onde e maree, e secondo il Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili dovremmo installare una potenza di 3 MW di questo tipo di impianti entro il 2020. L’energia marina rappresenta una reale opportunità di favorire la crescita economica e l’occupazione, di migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, di aumentare la competitività attraverso l’innovazione tecnologica».
L’energia marina può offrire innumerevoli vantaggi rispetto al fotovoltaico e all’eolico, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale e visivo; la minore variabilità oraria e giornaliera; e la variazione stagionale, che diventerebbe favorevole dal momento che il potenziale dell’energia proveniente dalle onde del mare è maggiore in inverno, quando i consumi energetici aumentano fortemente.
ENEA ha realizzato “L’Atlante del clima ondoso del Mediterraneo”, una mappa in grado di individuare le zone migliori per lo sfruttamento energetico delle onde. Questa mappa consente di conoscere i valori di altezza e direzione utili a stimare l’energia ricavabile in un ‘area specifica e a definire la tecnologia più adatta da utilizzare, considerando anche le condizioni estreme a cui il generatore potrebbe essere costretto.
Il prototipo, visibile solo durante la giornata dell’incontro, è stato costruito in scala 1:12, pesa 3 tonnellate e misura 3m x 2m x 2m.
ENEA e il Politecnico di Torino sono già all’opera per la creazione del dispositivo.
Il prototipo di questo strumento è stato presentato ieri da ENEA nel corso dell’incontro “Energia elettrica dal mare”, svoltosi a Roma nell’ambito del ciclo di incontri organizzati da ENEA per diffondere i risultati della Ricerca di Sistema relativa al triennio 2012-2014.
PEWEC è una sorta di zattera galleggiante da posizionare in mare aperto, che produce energia elettrica sfruttando l’oscillazione dello scafo causata dalle onde.
Questo strumento, infatti, è stato pensato in particolar modo per le coste italiane, caratterizzate da onde piccole ma ad alta frequenza, che riuscirebbero a far lavorare al meglio questo dispositivo, ottimizzando soprattutto la produzione di energia elettrica nelle isole del nostro Paese.
Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio ENEA di modellistica climatica e impatti, ha infatti sottolineato come un sistema di questo tipo possa risultare particolarmente interessante per le isole italiane che, attualmente, si riforniscono di energia tramite “costose e inquinanti centrali a gasolio”. Il ricercatore ha inoltre sottolineato come una decina di dispositivi come PEWEC possano produrre energia elettrica per un paese di 3000 abitanti, contribuendo non solo alla produzione di energia e al risparmio energetico, ma anche a limitare i fenomeni di erosione, riducendo l’energia delle onde che si infrangono sulla costa, senza impattare eccessivamente su flora e fauna marina.
«In Italia - ha continuato Sannino - sta crescendo l’interesse per la produzione di energia pulita e rinnovabile da onde e maree, e secondo il Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili dovremmo installare una potenza di 3 MW di questo tipo di impianti entro il 2020. L’energia marina rappresenta una reale opportunità di favorire la crescita economica e l’occupazione, di migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, di aumentare la competitività attraverso l’innovazione tecnologica».
L’energia marina può offrire innumerevoli vantaggi rispetto al fotovoltaico e all’eolico, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale e visivo; la minore variabilità oraria e giornaliera; e la variazione stagionale, che diventerebbe favorevole dal momento che il potenziale dell’energia proveniente dalle onde del mare è maggiore in inverno, quando i consumi energetici aumentano fortemente.
ENEA ha realizzato “L’Atlante del clima ondoso del Mediterraneo”, una mappa in grado di individuare le zone migliori per lo sfruttamento energetico delle onde. Questa mappa consente di conoscere i valori di altezza e direzione utili a stimare l’energia ricavabile in un ‘area specifica e a definire la tecnologia più adatta da utilizzare, considerando anche le condizioni estreme a cui il generatore potrebbe essere costretto.
Il prototipo, visibile solo durante la giornata dell’incontro, è stato costruito in scala 1:12, pesa 3 tonnellate e misura 3m x 2m x 2m.
ENEA e il Politecnico di Torino sono già all’opera per la creazione del dispositivo.

