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28.07.2014
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Dalla fiera Key Energy di Rimini un nuovo monito contro il Decreto Competitività

Dagli ambienti di settore della Key Energy, in programma a Rimini a novembre 2014, un nuovo monito contro il decreto competitività, e la proposta di Silvestrini: rilanciare il fotovoltaico per ridurre le bollette e la dipendenza energetica dall'estero.
Si tornerà a parlare di rinnovabili e decreto competitività, anche in occasione della settima edizione della fiera internazionale Key Energy, in programma a Rimini, dal 5 all’8 novembre 2014.

Lo rende noto Gianni Silvestrini, presidente del Comitato Scientifico dell’annuale manifestazione sull’efficienza energetica, la più importante in Italia per il settore della green economy, che quest’anno ospiterà in anteprima assoluta la Key Energy White Evolution, un’esposizione dedicata all’efficienza energetica per l’industria e il terziario.

Rimarcando le parole espresse prima di lui dalle associazioni delle rinnovabili, dagli industriali, dagli investitori internazionali, e persino dall’ambasciatore inglese in Italia, Christopher Prentice, Silvestrini bolla come “incostituzionale” la controversa norma spalma-incentivi, sui tagli retroattivi al fotovoltaico (art. 26 del DL 91/2014), colpevole di minare la credibilità del Paese, nonché l’art. 24 dello stesso decreto, reo di imporre pesanti oneri fiscali all’autoproduzione di energia, e quindi di impedire il raggiungimento dei nuovi obiettivi europei fissati al 2030.

La scelta del salone internazionale per l’energia e la mobilità sostenibili, quale tavolo di discussione sul decreto legge oggetto di severe critiche e di riscorsi internazionali, non è certamente casuale: svolgendosi in concomitanza con altri eventi di primo piano, quali Ecomondo, Cooperamabiente, H2R e Città Sostenibile, l’eco dell’evento verrà senza dubbio amplificata, con delle probabili ripercussioni sia a livello nazionale, che, soprattutto, internazionale.

Giunti a questo punto, forse solo un intervento esterno come quello dell’Unione Europea, o di nazioni come Cina e India, fra pochi anni leader nel settore dell’energia pulita, potrebbe rimescolare le carte nel Paese, ormai ostaggio di una classe politica arroccata su posizioni irragionevoli e anacronistiche.

Secondo recenti rapporti internazionali, l’intero continente asiatico, che da solo copre quasi il 9% della superficie terrestre, trarrà, entro il 2030, la maggior parte della sua energia non più da combustibili fossili (come petrolio, gas e carbone), ma piuttosto da fonti rinnovabili, quali sole, vento e biomasse.

Appare dunque evidente l’importanza strategica del settore, in Italia e nel resto del mondo, non soltanto in termini di minore impatto ambientale, salvaguardia della salute dell’uomo, e creazione di nuove opportunità di lavoro, ma soprattutto in termini economici, posto che l’industria verde garantisce benessere e risparmi importanti.

“Il nostro Paese deve invece rilanciare una seria politica sull’efficienza e le rinnovabili in grado di ridurre le bollette e la dipendenza energetica dall’estero”, ammonisce Silvestrini, ricordando che proprio il fotovoltaico, e non i tagli sulle bollette pronosticati dal governo con l’approvazione degli emendamenti al decreto così come redatti, ha contribuito a ridurre i prezzi dell’elettricità sul mercato, con un risparmio stimato di circa 1 miliardo di euro nel 2013 (+19% rispetto allo scorso anno), a fronte di un investimento complessivo di circa 2,8 miliardi di euro nello stesso anno, pari ad una potenza installata complessiva di 2.304MW, ancora in rialzo rispetto al 2012 di +31%.