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Costruzioni: rallenta il calo dell’occupazione, ma è ancora crisi
L’estratto "L’occupazione nel settore delle costruzioni” dell'Osservatorio Congiunturale dell’ANCE ha evidenziato che i primi mesi del 2015 hanno registrato una lieve crescita dell’occupazione per il settore delle costruzioni, ma il segno è ancora negativo.
È ancora crisi occupazionale nel settore delle costruzioni, anche se i primi mesi del 2015 hanno registrato un calo meno importante rispetto alla diminuzione di occupati degli anni scorsi.
Lo rileva l’estratto “L’occupazione nel settore delle costruzioni” tratto dall’Osservatorio Congiunturale dell’industria delle costruzioni relativo a Luglio 2015, che approfondisce le dinamiche e le caratteristiche dell’occupazione nel settore delle costruzioni.
Già a partire dalla fine del 2014 è stata registrata una riduzione tendenziale più contenuta del numero di ore lavorate dagli operai iscritti alle Casse Edili. Si registra, infatti, un -9,4% di Novembre 2014, che si riduce a un -3% di Marzo 2015, che diventa un +0,6% ad Aprile, confrontando questi dati con lo stesso periodo dell’anno precedente.
Anche su base annua, l’intensità del calo risulta ridotta: rispetto al 2013, che si è concluso con un calo del 13,2% delle ore lavorate, il 2014 ha registrato un -8,4%.
Anche l’ISTAT ha registrato dati negativi relativamente al settore delle costruzioni, ma in rallentamento rispetto agli anni precedenti: dopo un calo del 4,4% del numero di occupati registrato nel 2014, il primo trimestre del 2015 ha registrato un calo dell’1,2% rispetto al primo trimestre 2014.
A partire dall’inizio della crisi, sono 529.000 i posti di lavoro che il settore delle costruzioni ha perso, corrispondenti al -26,7%. Il numero sale a 800.000 se si considerano anche i posti di lavoro di settori correlati a quello delle costruzioni.
La tipologia di occupazione interessata dal calo è stata, principalmente, quella dipendente: nei primi tre mesi del 2015, il calo dell’occupazione dipendente è stato del 3,1%, contro l’occupazione indipendente, cresciuta dell’1,5%. Questa crescita può essere probabilmente associata al fatto che i lavoratori dipendenti, dopo aver perso la propria occupazione, si sono dedicati al lavoro autonomo.
Dal punto di vista geografico, il nord est e il centro della nostra Penisola continuano ad essere interessati da un livello negativo di occupazione, mentre si riscontrano segnali positivi al sud dopo i cali sostanziosi degli ultimi anni.
Per concludere, è evidente come i dati registrati nel 2015 confermino che il settore delle costruzioni sia quello con il segno più negativo, considerando gli altri settori economici.
Lo rileva l’estratto “L’occupazione nel settore delle costruzioni” tratto dall’Osservatorio Congiunturale dell’industria delle costruzioni relativo a Luglio 2015, che approfondisce le dinamiche e le caratteristiche dell’occupazione nel settore delle costruzioni.
Già a partire dalla fine del 2014 è stata registrata una riduzione tendenziale più contenuta del numero di ore lavorate dagli operai iscritti alle Casse Edili. Si registra, infatti, un -9,4% di Novembre 2014, che si riduce a un -3% di Marzo 2015, che diventa un +0,6% ad Aprile, confrontando questi dati con lo stesso periodo dell’anno precedente.
Anche su base annua, l’intensità del calo risulta ridotta: rispetto al 2013, che si è concluso con un calo del 13,2% delle ore lavorate, il 2014 ha registrato un -8,4%.
Anche l’ISTAT ha registrato dati negativi relativamente al settore delle costruzioni, ma in rallentamento rispetto agli anni precedenti: dopo un calo del 4,4% del numero di occupati registrato nel 2014, il primo trimestre del 2015 ha registrato un calo dell’1,2% rispetto al primo trimestre 2014.
A partire dall’inizio della crisi, sono 529.000 i posti di lavoro che il settore delle costruzioni ha perso, corrispondenti al -26,7%. Il numero sale a 800.000 se si considerano anche i posti di lavoro di settori correlati a quello delle costruzioni.
La tipologia di occupazione interessata dal calo è stata, principalmente, quella dipendente: nei primi tre mesi del 2015, il calo dell’occupazione dipendente è stato del 3,1%, contro l’occupazione indipendente, cresciuta dell’1,5%. Questa crescita può essere probabilmente associata al fatto che i lavoratori dipendenti, dopo aver perso la propria occupazione, si sono dedicati al lavoro autonomo.
Dal punto di vista geografico, il nord est e il centro della nostra Penisola continuano ad essere interessati da un livello negativo di occupazione, mentre si riscontrano segnali positivi al sud dopo i cali sostanziosi degli ultimi anni.
Per concludere, è evidente come i dati registrati nel 2015 confermino che il settore delle costruzioni sia quello con il segno più negativo, considerando gli altri settori economici.
