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Aicarr 15.01.2018

Contabilizzazione del calore: AiCARR evidenzia criticità e problematiche per chi abita in condominio

AiCARR: a oltre un anno dall'applicazione della direttiva europea 2012/27/EU il bilancio per la contabilizzazione del calore nei condomini non può considerarsi positivo. Ancora diverse le criticità da correggere.
Dopo quasi un anno dalla scadenza per l’applicazione della direttiva europea 2012/27/EU AiCARR, Associazione Italiana Condizionamento dell'Aria, Riscaldamento, Refrigerazione, ha stilato un bilancio sull’efficacia dell’installazione di contatori per la contabilizzazione del calore in edifici con impianto termico centralizzato, obbligo che arriva dal livello europeo e che ha destato in AiCARR stessa e in CTI (comitato termotecnico italiano) non pochi dubbi sulla trasparenza ed efficienza delle misurazioni.
 


Contabilizzazione del calore: consumi a impianto spento


Sembra infatti essere stato confermato che l’installazione di contabilizzatori di calore porti talvolta, e in alcune condizioni, a conteggiare un consumo energetico anche a impianto spento. Questa conferma porta utenti e tecnici a riaprire la discussione e a chiedere maggiore chiarezza per ciò che concerne i limiti massimi di errore in campo, e a domandarsi a chi spetti il ruolo di garantire gli utenti finali in caso di malfunzionamenti e contenziosi.
 
Nonostante il Comitato Termotecnico Italiano (CTI) si fosse espresso in merito confermando questa posizione, qualunque riferimento a questa criticità è stato depennato dalla versione finale della norma UNI 10200, asserendo che non fossero necessarie ulteriori garanzie rispetto a quelle già previste dalla UNI EN 834.
 
Questa posizione sembra tuttavia smentita dal numero di contenziosi sorti a causa del malfunzionamento di ripartitori in campo, situazioni che a questo punto ricadono sui progettisti e gli amministratori che si trovano a dover risolvere dissidi sull’affidabilità delle misurazioni.
 
In materia si è espresso recentemente il MiSE, Ministero dello Sviluppo Economico che, attraverso una nota, ha confermato che non è possibile per i suoi uffici e per le CCIAA (Camere di Commercio) esprimere un parere sulla questione poiché non è previsto alcun percorso omologativo metrico legale per i ripartitori di calore. In questi casi, rispettando i dettami della metrologia legale, giacché la normativa tecnica non ha fissato alcuna regola certa, andrebbero applicati gli stessi errori massimi previsti in laboratorio. AiCARR tuttavia si chiede se questa metodologia sia applicabile verosimilmente anche ai ripartitori.
 
I risultati di un modello di stima dell’incertezza di misura in campo dei sistemi di contabilizzazione indiretta elaborato dall’Università di Cassino, in cui sono stati confrontati metodi diretti ed indiretti, evidenziano che l’installazione di sistemi di ripartizione operata su radiatori di diverse tipologie può portare a ripartizioni non compatibili.
 


Edifici a occupazione saltuaria


Un'altra criticità già ben conosciuta dagli addetti ai lavori del settore riguarda gli edifici a occupazione saltuaria. Alcuni operatori asseriscono che i sistemi di ripartizione normati dalla UNI EN 834 siano affidabili anche a condizioni di carico parziale senza però portare evidenze sperimentali che confermino l’affidabilità delle misurazioni.
 
Il CTI, che invece ha valutato la possibilità di errore nelle misurazioni, aveva proposto una soluzione che supplisse a questa problematica, ma alcuni costruttori hanno osteggiato questa posizione e hanno lasciato cadere la discussione senza fornire soluzioni alternative o, addirittura, riconoscere la possibilità di errore nell’applicazione della ripartizione di calore in edifici ad occupazione saltuaria.
 


Edifici storici o di edilizia popolare


Un’altra questione problematica che è stata evidenziata in questo periodo di transizione per l’applicazione della direttiva 2012/27/EU riguarda la ripartizione negli edifici poco efficienti, in particolare in quelli di edilizia popolare e storici, che spesso comporta un sovraccarico economico importante per alcuni appartamenti. Può capitare, infatti, che in un condominio con solaio di copertura non isolato il condomino che alloggia all’ultimo piano si trovi a consumare molto più di chi vive al piano inferiore al suo e si trovi quindi a dover scegliere se avere freddo o pagare da solo per una prestazione energetica inefficiente dell’intero edificio. 
 


Evoluzione futura


Delineato questo contesto AiCARR è arrivata a proporre, in accordo con ANACI, ANTA, CNI, ENEA, Regione Lombardia e Collegio dei Periti, l’applicazione di appositi coefficienti di “efficientamento” che sopperiscano alle iniquità e che spronino l’assemblea condominiale a operare soluzioni che migliorino l’efficienza dell’involucro edilizio per una più corretta contabilizzazione del calore, sempre salvaguardando il principio di responsabilità individuale dei consumi energetici; una proposta che attualmente sta raccogliendo numerosi consensi e che l’associazione si auspica potrà essere a breve recepita dal legislatore. 

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