Focus Aziende
Elbi S.p.a.
• 08.07.2021
Questo articolo ha più di 3 anni
Come trattare le acque reflue da attività commerciali e industriali
La divisione aquapura di Elbi sostiene le aziende clienti in ogni fase progettuale, dalle analisi preliminari alla manutenzione
Il D.Lgs. 152/06 definisce le tre tipologie di acque di scarico: le acque reflue domestiche, le acque reflue industriali, le acque reflue urbane.
La norma di riferimento, come modificata dal D.Lgs 4/2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale", precisa che le acque reflue industriali sono caratterizzate da “qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diversi dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento…” (art. 74, comma 1, lett. h). Tale definizione si riferisce quindi sia alle attività commerciali che industriali.
Rientrano nelle acque reflue industriali anche quelle derivanti da attività che hanno un unico scarico finale in cui confluiscono anche eventuali reflui domestici. In quest’ultimo caso bisogna però fare attenzione in fase di progettazione e scelta dell’impianto, perché i valori dei parametri da rispettare possono essere influenzati dalla presenza dei reflui civili. Per esempio, un’azienda in cui avvengono trattamenti chimici per la lavorazione dei metalli dovrà installare un sistema per il trattamento delle acque di scarto in grado di abbattere gli inquinanti legati al tipo di attività. Ma se a queste confluiscono reflui di tipo domestico, per progettare e installare un sistema completo e a norma dovranno essere presi in considerazione ulteriori parametri (come il BOD5, il ciclo dell’azoto, ecc…).
Questa suddivisione per tipologia di acque permette di avere diverse soluzioni nella progettazione, tra cui l’ideazione della rete fognaria interna a un’azienda in funzione del recapito finale. Per esempio si può decidere di mantenere separati reflui civili e industriali; i primi con scarico su pubblica fognatura in quanto hanno limiti differenti e non incidono sui parametri specifici da rispettare, propri per lo scarico industriale.
Un altro punto da mettere in evidenza è che nelle acque reflue industriali rientrano anche quelle prodotte da impianti e attrezzature mobili ricollocabili ubicate all’aperto in aree scoperte o piazzali, così come per le acque di raffreddamento, a loro volta diverse dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di dilavamento.
Alla luce di queste profonde differenze risulta evidente come ogni attività commerciale presenti casistiche specifiche, meritevoli di una progettazione e soluzione studiata ad hoc.
Elbi, per assicurare ai propri clienti la possibilità di ottenere sistemi perfettamente rispondenti alle proprie esigenze, ha creato la divisione aquapura, presente in tutte le fasi del progetto: dal sopralluogo iniziale gratuito, alla stesura tecnica del progetto, proponendo la migliore soluzione impiantistica (e di minor impatto ambientale).
Per arrivare alla proposta definitiva, sono attentamente verificate le analisi del refluo, un’attività cardine da cui parte qualsiasi buona progettazione d'impianto.
Il team specializzato Elbi inoltre supervisiona ogni fase di realizzazione del progetto, compresa l’installazione, rimanendo sempre disponibile per fornire consigli sulla manutenzione ed assicurare la fornitura di eventuale ricambistica.
Elbi svolge la propria attività con passione ed esperienza, perché il trattamento delle acque reflue commerciali non è solo un obbligo di legge, ma anche un’indispensabile attenzione verso l’ambiente. Infatti gli impianti realizzati sono costituiti in larga parte da prodotti in polietilene, un materiale riciclabile che li rende leggeri, di facile movimentazione, resistenti e durevoli nel tempo.
La norma di riferimento, come modificata dal D.Lgs 4/2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale", precisa che le acque reflue industriali sono caratterizzate da “qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diversi dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento…” (art. 74, comma 1, lett. h). Tale definizione si riferisce quindi sia alle attività commerciali che industriali.
Le acque industriali: parametri ed esigenze impiantistiche
Rientrano nelle acque reflue industriali anche quelle derivanti da attività che hanno un unico scarico finale in cui confluiscono anche eventuali reflui domestici. In quest’ultimo caso bisogna però fare attenzione in fase di progettazione e scelta dell’impianto, perché i valori dei parametri da rispettare possono essere influenzati dalla presenza dei reflui civili. Per esempio, un’azienda in cui avvengono trattamenti chimici per la lavorazione dei metalli dovrà installare un sistema per il trattamento delle acque di scarto in grado di abbattere gli inquinanti legati al tipo di attività. Ma se a queste confluiscono reflui di tipo domestico, per progettare e installare un sistema completo e a norma dovranno essere presi in considerazione ulteriori parametri (come il BOD5, il ciclo dell’azoto, ecc…).
Questa suddivisione per tipologia di acque permette di avere diverse soluzioni nella progettazione, tra cui l’ideazione della rete fognaria interna a un’azienda in funzione del recapito finale. Per esempio si può decidere di mantenere separati reflui civili e industriali; i primi con scarico su pubblica fognatura in quanto hanno limiti differenti e non incidono sui parametri specifici da rispettare, propri per lo scarico industriale.
Un altro punto da mettere in evidenza è che nelle acque reflue industriali rientrano anche quelle prodotte da impianti e attrezzature mobili ricollocabili ubicate all’aperto in aree scoperte o piazzali, così come per le acque di raffreddamento, a loro volta diverse dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di dilavamento.
Ad ogni attività una diversa configurazione d’impianto: ci pensa Elbi
Alla luce di queste profonde differenze risulta evidente come ogni attività commerciale presenti casistiche specifiche, meritevoli di una progettazione e soluzione studiata ad hoc.
Elbi, per assicurare ai propri clienti la possibilità di ottenere sistemi perfettamente rispondenti alle proprie esigenze, ha creato la divisione aquapura, presente in tutte le fasi del progetto: dal sopralluogo iniziale gratuito, alla stesura tecnica del progetto, proponendo la migliore soluzione impiantistica (e di minor impatto ambientale).
Per arrivare alla proposta definitiva, sono attentamente verificate le analisi del refluo, un’attività cardine da cui parte qualsiasi buona progettazione d'impianto.
Il team specializzato Elbi inoltre supervisiona ogni fase di realizzazione del progetto, compresa l’installazione, rimanendo sempre disponibile per fornire consigli sulla manutenzione ed assicurare la fornitura di eventuale ricambistica.
Elbi svolge la propria attività con passione ed esperienza, perché il trattamento delle acque reflue commerciali non è solo un obbligo di legge, ma anche un’indispensabile attenzione verso l’ambiente. Infatti gli impianti realizzati sono costituiti in larga parte da prodotti in polietilene, un materiale riciclabile che li rende leggeri, di facile movimentazione, resistenti e durevoli nel tempo.