Focus Innovazioni

15.03.2016
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Al via oggi MCE 2016: una nuova alba per l’edilizia, dove l’impiantistica avrà un ruolo sempre più importante

Siamo nell’era dell’edificio-impianto, dove le parole d’ordine saranno integrazione ed efficienza energetica. Impiantistica comparto sempre più importante per l’Italia. MCE si conferma punto di riferimento a livello internazionale
Questa edizione di MCE 2016 inizia con la consapevolezza che nulla sarà come prima, che la crisi degli ultimi anni ha cambiato il mondo in cui viviamo e che il mondo pre-crisi non tornerà mai più. Come avviene con tutte le grandi rivoluzioni, quindi, chi si evolve sopravvive - e perfino prospera - chi non si evolve, purtroppo, è destinato a morire.

Negli ultimi anni i mercati dell’edilizia, dell’impiantistica e dell’idrotermosanitario, sono cambiati radicalmente, complici le sempre più stringenti legislazioni nazionali ed europee per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche la sempre maggiore consapevolezza di tutti gli operatori e la sempre maggiore attenzione ai costi dell’energia, che aumentano (ed aumenteranno) inevitabilmente.

“É iniziato il settimo ciclo dell’edilizia - chiosa Lorenzo Bellicini del CRESME alla conferenza di apertura di MCE 2016 - e il comparto degli impianti ne è il protagonista”.

Impianti che sono in mostra qui a Fiera Milano nei padiglioni affollati già il primo giorno, dove espongono più di 2500 aziende provenienti da 50 paesi diversi, a dimostrazione che questa manifestazione è ormai uno dei punti di riferimento per l’intero settore a livello globale.

Il mercato riparte quindi con le riqualificazioni, con l’efficienza energetica e con quel Green che ormai è entrato nel nostro lessico quotidiano, lo dicono i numeri: le riqualificazioni edilizie valgono il 72% del totale sul mercato dell’edilizia italiana, la manutenzione ordinaria degli immobili e degli impianti ha creato nel 2015 un giro di affari di 36 miliardi di euro, mentre le nuove costruzioni solo di 15 miliardi, a testimonianza che ormai i ruoli sono definitivamente invertiti.

“Per le nuove costruzioni non ci sarà mai più una stagione di crescita come quella degli anni passati, oggi siamo ai livelli del 1946 - continua Bellicini - questa crisi ha portato una vera riconfigurazione del mercato”.

L’Italia, in tutto questo, svolge un ruolo primario: è il terzo mercato europeo per l’impiantistica, dopo Germania e Francia, e sono proprio gli impianti a trainare la ripresa dell’edilizia, tanto che nell’anno da poco concluso ben il 67% delle opere pubbliche sono state svolte proprio in questo settore.

L’efficienza energetica diventa quindi un elemento sempre più importante anche nel campo degli investimenti pubblici, andando ad alimentare una filiera che nel nostro paese vanta un volume importante e molte eccellenze, come dimostrato da questa manifestazione.

Secondo il prof. Marco Fortis, della Fondazione Edison, oggi i 3/4 della produzione italiana è composta dalla meccanica, che ha superato anche i comparti storici della produzione domestica come la moda e l’arredamento: l’industria italiana è quindi molto cambiata, trasformando lo stivale in uno dei paesi più competitivi al mondo proprio in questo campo.

“Scegliere tecnologie italiane - commenta Alberto Caprari, presidente ANIMA - vuol dire scegliere tecnologie affidabili e sicure”, ma restano comunque i problemi che affliggono l’industria del nostro paese, come sottolineato da Giorgio Squinzi, presidente Confindustria: “il futuro del paese è molto legato al manifatturiero, dobbiamo chiedere con forza alla politica di completare riforme necessarie come la semplificazione burocratica e amministrativa”.

Secondo Carmine Battipaglia, presidente CNA Installazione Impianti, c’è bisogno di altri due cambiamenti fondamentali: una maggior cultura nelle vecchie imprese, per aprirsi a mercati nuovi, e una rimozione dei “freni mentali”, che consenta l’adozione delle nuove tecnologie integrate, che costituiscono il sistema casa del futuro.

C’è infatti una separazione sempre meno netta tra i tradizionali comparti dell’impiantistica e si va nella direzione di un’edificio-impianto, dove le parti strutturali avranno un peso sempre minore nel bilancio economico dell’edificio, mentre quelle impiantistiche acquisteranno via via un’importanza maggiore, fino ad arrivare, come preannuncia Bellicini ad “una nuova alba per l’edilizia, dove tutto diventerà impianto”.