Focus Efficienza Energetica
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Le fonti rinnovabili costano meno delle fossili: lo dice l’analisi sui costi livellati 2018
Un MWh prodotto dall’eolico onshore su larga scala costa 7 dollari in meno rispetto a un MWh prodotto da fonte fossile: l’analisi LCOE 2018 sulle fonti rinnovabili

Le fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico e l’eolico su scala industriale costano sempre meno, al punto che hanno un costo marginale pari, o addirittura inferiore rispetto a quello delle fonti tradizionali, lo annuncia la più recente analisi sui valori di Levelized Cost of Energy 2018 elaborato da Lazard.
Il costo livellato della produzione di energia da fonte eolica on-shore per il 2018 ad esempio è stato stimato in 29 dollari al MWh, un prezzo ben inferiore al costo marginale indicativo medio del carbone, che è pari a 36 $/MWh. Il costo livellato del fotovoltaico su larga scala invece è pressoché identico al costo marginale indicativo del carbone, con proprio 36 $/MWh.

Considerando poi gli impianti eolici onshore e quelli fotovoltaici sovvenzionati nazionalmente la convenienza delle fonti rinnovabili si accentua ancora di più, con un costo livellato dell’energia che scende addirittura a 14 $/MWh per l’eolico e a 32 $/MWh per il solare.
Secondo le previsioni di Lazard questi valori accentuatamente bassi sono tra l’altro destinati a scendere ulteriormente secondo un trend che è iniziato almeno 6 anni fa: dall’anno scorso il costo livellato dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici su scala industriale è sceso di circa il 13%, mentre il corso livellato dell’energia prodotta da fonte eolica onshore è calato di circa il 7%.

La più recente analisi annuale dell’azienda sui costi livellati dell’energia dimostra un calo piuttosto generalizzato dei costi per la maggior parte delle tecnologie, specialmente se relativi ad applicazioni dalla vita più breve.
Gli ioni di litio rimangono oggi le tecnologie per lo storage energetico più economiche sul mercato, grazie all’aumento dell’efficienza che le ha recentemente riguardate, e allo sviluppo della catena produttiva, si prevede inoltre che continueranno ad essere sempre più accessibili. D’altro canto alcuni di questi vantaggi economici potrebbero a breve subire una frenata causata dall’innalzamento lieve ma costante aumento dei prezzi delle materie prime (cobalto e litio carbonato) e dalla diminuzione della loro disponibilità.
In sostanza le analisi di Lazard permettono di stabilire l’esistenza di una complementarietà tra le fonti rinnovabili e le fonti tradizionali/fossili, relazione che si ritiene andrà a stimolare sempre più l’utilizzo delle prime in luogo delle seconde in virtù di una serie di ragioni, tra cui spiccano naturalmente quelle di natura sociale e ambientale, che negli ultimi anni hanno avuto un ruolo importante nello spronare la ricerca ed i Governi nell’imposizione di normative che stimolano e finanziano l’adozione di tecnologie per l’utilizzo delle rinnovabili.
Il costo livellato della produzione di energia da fonte eolica on-shore per il 2018 ad esempio è stato stimato in 29 dollari al MWh, un prezzo ben inferiore al costo marginale indicativo medio del carbone, che è pari a 36 $/MWh. Il costo livellato del fotovoltaico su larga scala invece è pressoché identico al costo marginale indicativo del carbone, con proprio 36 $/MWh.

Considerando poi gli impianti eolici onshore e quelli fotovoltaici sovvenzionati nazionalmente la convenienza delle fonti rinnovabili si accentua ancora di più, con un costo livellato dell’energia che scende addirittura a 14 $/MWh per l’eolico e a 32 $/MWh per il solare.
Secondo le previsioni di Lazard questi valori accentuatamente bassi sono tra l’altro destinati a scendere ulteriormente secondo un trend che è iniziato almeno 6 anni fa: dall’anno scorso il costo livellato dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici su scala industriale è sceso di circa il 13%, mentre il corso livellato dell’energia prodotta da fonte eolica onshore è calato di circa il 7%.

La più recente analisi annuale dell’azienda sui costi livellati dell’energia dimostra un calo piuttosto generalizzato dei costi per la maggior parte delle tecnologie, specialmente se relativi ad applicazioni dalla vita più breve.
Gli ioni di litio rimangono oggi le tecnologie per lo storage energetico più economiche sul mercato, grazie all’aumento dell’efficienza che le ha recentemente riguardate, e allo sviluppo della catena produttiva, si prevede inoltre che continueranno ad essere sempre più accessibili. D’altro canto alcuni di questi vantaggi economici potrebbero a breve subire una frenata causata dall’innalzamento lieve ma costante aumento dei prezzi delle materie prime (cobalto e litio carbonato) e dalla diminuzione della loro disponibilità.
In sostanza le analisi di Lazard permettono di stabilire l’esistenza di una complementarietà tra le fonti rinnovabili e le fonti tradizionali/fossili, relazione che si ritiene andrà a stimolare sempre più l’utilizzo delle prime in luogo delle seconde in virtù di una serie di ragioni, tra cui spiccano naturalmente quelle di natura sociale e ambientale, che negli ultimi anni hanno avuto un ruolo importante nello spronare la ricerca ed i Governi nell’imposizione di normative che stimolano e finanziano l’adozione di tecnologie per l’utilizzo delle rinnovabili.