Focus Leggi/Normative
Questo articolo ha più di 3 anni
UNI ENI ISO 20023, stabilite le regole sulla distribuzione e stoccaggio del pellet
La nuova norma UNI ENI ISO 20023 intende regolamentare e dare sicurezza alla distribuzione e stoccaggio del pellet per le applicazioni di piccola taglia

Grazie alla nuova norma UNI ENI ISO 20023 sarà possibile regolamentare la distribuzione e lo stoccaggio del pellet per favorire la riduzione dei rischi correlati.
Pellet e sicurezza: la norma UNI ENI ISO 20023
È dell’inizio di quest’anno la nuova norma UNI EN ISO 20023 “Biocombustibili solidi - Sicurezza di gestione del pellet - Movimentazione e stoccaggio in sicurezza del pellet di legno in applicazioni domestiche e in altre applicazioni di piccola scala”, incentrata sui principi e i requisiti necessari per la movimentazione e lo stoccaggio in sicurezza del pellet di legno in applicazioni domestiche e in altre applicazioni di piccola scala.
La norma, come anticipato da un articolo dell’Ente Italiano di Normazione, copre l’intera filiera di fornitura, prescrivendo requisiti di sicurezza a partire dai mezzi di trasporto per il conferimento del pellet fino ai depositi stessi a servizio di centrali termiche di piccola e media taglia, fino a 100 t di capacità dei depositi.
In primo luogo, il testo sottolinea la precisione dei requisiti di prodotto al quale si riferisce, ovvero solo e solamente il pellet conforme alla UNI EN ISO 17225-2; è importante, quindi, che gli addetti che utilizzano questa norma, provino innanzitutto la conformità del prodotto alla norma.
Distribuzione
In Italia la distribuzione del pellet per stufe e caldaie domestiche (<35 kW) si attua ancora per lo più attraverso il formato classico, i sacchetti da 15 kg, anche se nella zona centrosettentrionale del paese si stanno diffondendo con una certa velocità le autobotti per la fornitura di pellet sfuso; una forma di distribuzione orientata principalmente ai detentori di caldaie di piccola e media potenza. La UNI EN ISO 20023 ha una sezione dedicata anche alla fornitura pneumatica del pellet e definisce, in particolar modo, i requisiti costruttivi e di funzionamento dei mezzi adibiti a tale trasporto, oltre alle procedure necessarie per lo scarico in sicurezza del prodotto. La norma assume, quindi, una nuova rilevanza anche per coloro che svolgono questa funzione professionale.
Supporto tecnico per progettisti ed installatori
La distribuzione non è l’unico comparto della filiera interessato dalla norma, che rappresenta, al contrario, uno strumento tecnico di eccezionale importanza per progettisti, installatori e manutentori di moderni impianti tecnologici a pellet forniti di depositi annuali a caricamento pneumatico. Nel testo, infatti, vengono approfonditi anche i potenziali rischi, per lo più concernenti rischi di intossicazione, consumo di ossigeno, esplosione di polvere, incendio e danni alle strutture dei depositi, evidenziando anche le direttive da seguire, al fine di evitare questi stati di pericolo.
Sicurezza
Una parte fondamentale della norma riguarda la sicurezza, in particolare le prescrizioni di aerazione dei depositi e la manutenzione. È importante ricordare che il pellet, nel corso della sua conservazione nei depositi a tenuta, produce monossido di carbonio (CO) in concentrazioni che possono diventare pericolose per la salute, generate dai processi di decomposizione chimica e biologica del materiale.
L’aerazione nei depositi ha proprio lo scopo di prevenire il formarsi di una concentrazione pericolosa; è quindi fondamentale il ricambio d’aria tra interno ed esterno. Qualora la differenza di temperatura e pressione non sia sufficiente a garantire un ricambio d’aria naturale, sarà necessario mettere in atto misure di aerazione forzata. La norma prescrive, inoltre, la realizzazione di prese di aerazione commisurate alla capacità del deposito e al tipo di aerazione prevista.
L’ Allegato C porta diversi esempi progettuali di depositi comprensivi di corretto posizionamento dei bocchettoni di carico, delle porte d’ingresso e delle prese di aerazione.
In conclusione, la norma UNI ENI ISO 20023, completa di tutte le sue parti, costituisce uno strumento ausiliario utile sia per progettisti e installatori-manutentori, quanto per i distributori di pellet, o per coloro che, pur non avendo un’esperienza diretta del materiale, vengono chiamati a pronunciarsi sugli impianti termici a biocombustibili solidi, come le istituzioni.
Pellet e sicurezza: la norma UNI ENI ISO 20023
È dell’inizio di quest’anno la nuova norma UNI EN ISO 20023 “Biocombustibili solidi - Sicurezza di gestione del pellet - Movimentazione e stoccaggio in sicurezza del pellet di legno in applicazioni domestiche e in altre applicazioni di piccola scala”, incentrata sui principi e i requisiti necessari per la movimentazione e lo stoccaggio in sicurezza del pellet di legno in applicazioni domestiche e in altre applicazioni di piccola scala.
La norma, come anticipato da un articolo dell’Ente Italiano di Normazione, copre l’intera filiera di fornitura, prescrivendo requisiti di sicurezza a partire dai mezzi di trasporto per il conferimento del pellet fino ai depositi stessi a servizio di centrali termiche di piccola e media taglia, fino a 100 t di capacità dei depositi.
In primo luogo, il testo sottolinea la precisione dei requisiti di prodotto al quale si riferisce, ovvero solo e solamente il pellet conforme alla UNI EN ISO 17225-2; è importante, quindi, che gli addetti che utilizzano questa norma, provino innanzitutto la conformità del prodotto alla norma.
Distribuzione
In Italia la distribuzione del pellet per stufe e caldaie domestiche (<35 kW) si attua ancora per lo più attraverso il formato classico, i sacchetti da 15 kg, anche se nella zona centrosettentrionale del paese si stanno diffondendo con una certa velocità le autobotti per la fornitura di pellet sfuso; una forma di distribuzione orientata principalmente ai detentori di caldaie di piccola e media potenza. La UNI EN ISO 20023 ha una sezione dedicata anche alla fornitura pneumatica del pellet e definisce, in particolar modo, i requisiti costruttivi e di funzionamento dei mezzi adibiti a tale trasporto, oltre alle procedure necessarie per lo scarico in sicurezza del prodotto. La norma assume, quindi, una nuova rilevanza anche per coloro che svolgono questa funzione professionale.
Supporto tecnico per progettisti ed installatori
La distribuzione non è l’unico comparto della filiera interessato dalla norma, che rappresenta, al contrario, uno strumento tecnico di eccezionale importanza per progettisti, installatori e manutentori di moderni impianti tecnologici a pellet forniti di depositi annuali a caricamento pneumatico. Nel testo, infatti, vengono approfonditi anche i potenziali rischi, per lo più concernenti rischi di intossicazione, consumo di ossigeno, esplosione di polvere, incendio e danni alle strutture dei depositi, evidenziando anche le direttive da seguire, al fine di evitare questi stati di pericolo.
Sicurezza
Una parte fondamentale della norma riguarda la sicurezza, in particolare le prescrizioni di aerazione dei depositi e la manutenzione. È importante ricordare che il pellet, nel corso della sua conservazione nei depositi a tenuta, produce monossido di carbonio (CO) in concentrazioni che possono diventare pericolose per la salute, generate dai processi di decomposizione chimica e biologica del materiale.
L’aerazione nei depositi ha proprio lo scopo di prevenire il formarsi di una concentrazione pericolosa; è quindi fondamentale il ricambio d’aria tra interno ed esterno. Qualora la differenza di temperatura e pressione non sia sufficiente a garantire un ricambio d’aria naturale, sarà necessario mettere in atto misure di aerazione forzata. La norma prescrive, inoltre, la realizzazione di prese di aerazione commisurate alla capacità del deposito e al tipo di aerazione prevista.
L’ Allegato C porta diversi esempi progettuali di depositi comprensivi di corretto posizionamento dei bocchettoni di carico, delle porte d’ingresso e delle prese di aerazione.
In conclusione, la norma UNI ENI ISO 20023, completa di tutte le sue parti, costituisce uno strumento ausiliario utile sia per progettisti e installatori-manutentori, quanto per i distributori di pellet, o per coloro che, pur non avendo un’esperienza diretta del materiale, vengono chiamati a pronunciarsi sugli impianti termici a biocombustibili solidi, come le istituzioni.