Focus Mercati

21.06.2019

Le biomasse solide convengono all’ambiente e all’economia: valgono almeno 280 milioni

Le biomasse solide sono diffuse e in crescita in tutta Italia, lo stima il Rapporto socio-economico e ambientale 2019 commissionato da EBS
Le biomasse solide sono utili all’economia Italiana, lo afferma il “1° Rapporto socio-economico e ambientale 2019” elaborato dall’Università di Venezia e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) su richiesta dell’Associazione Energia da Biomasse Solide (EBS), presentato nei giorni scorsi al Senato.
  
Simone Tonon, Presidente dell’Associazione EBS, sentito da askanews ha riferito: “Dal resoconto spicca un messaggio molto chiaro: l’uso delle biomasse e degli impianti che le lavorano sono un’importante risorsa, non solo a livello ambientale ma anche sociale ed economico. Il recupero degli scarti boschivi per produrre energia elettrica pulita ha un doppio valore; da un lato assicura una costante manutenzione del patrimonio boschivo, evitando combustioni incontrollate o rischi idrogeologici, dall’altro lato la filiera impiega solo prodotti naturali, quindi non nocivi.”
 
Intervenendo con un saluto inziale, Paolo De Castro, presidente pro-tempore della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, si è rivolto ai partecipanti assicurando che il ‘sistema Italia’ desidera “mantenere la leadership sulle energie rinnovabili. Il Parlamento Ue, e la commissione Agricoltura in particolare, faranno la loro parte come punto di riferimento a Bruxelles per lo sviluppo del settore”.

Lo studio ambientale e socio-economico è uno strumento utile a valutare l’impatto della produzione di energia elettrica da biomasse solide in relazione alle ricadute sui livelli occupazionali, reddituali e fiscali.
 
La ricerca si è focalizzata sull’analisi dell’attività svolte in un anno da 9 degli impianti medio-grandi che fanno capo a EBS. Complessivamente è stato rilevato un valore aggregato di produzione energetica e del suo indotto tra i 210 e i 280 milioni di euro, oltre alla creazione di circa 1.300 posti di lavoro full-time, che provocano un reddito da lavoro totale pari a 22 milioni di euro. La produzione di energia da fonte legnosa ha ricadute positive, non solo sull’occupazione e sul reddito, ma anche sull’economia locale, che viene positivamente stimolata con una spinta alla spesa per consumi vicina ai 20 milioni di euro.
 
Contrariamente a quanto si possa pensare, anche a livello da smentire alcune analisi internazionali, il Rapporto racchiude dati positivi anche in merito all’analisi dell’impatto ambientale. In un raffronto con le fonti non rinnovabili, le attività dei 9 impianti hanno reso possibile una drastica riduzione delle emissioni di CO2, per un risparmio massimo di 100 milioni di euro.

La ricerca svolta dal CNR, invece, si è rivolta in particolare alle implicazioni ambientali connesse con l’utilizzo di biomasse solide come combustibile, soprattutto nella produzione di energia elettrica. A quanto risulta da questa analisi le biomasse solide sono omogeneamente diffuse in tutto il territorio nazionale e la loro disponibilità è cresciuta del 10% negli ultimi 10 anni.
Grazie alla loro buona efficienza, economicità e programmabilità risultano combustibili idonei a una diffusione generalizzata, che produca energia da immettere nel sistema di distribuzione.
 
L’utilizzo delle biomasse prodotte da residui boschivi e agricoli ha inoltre il vantaggio di evitare costi e attività di smaltimento in discarica, sfruttando così materiali di scarto, di per sé inquinanti, in fonti di energia pulita.
 
Il problema delle biomasse rimane quindi solo l’ambito domestico, che ammonta in oltre 4 milioni di piccoli impianti altamente inquinanti e dannosi per l’ambiente e per l’uomo; producono infatti alte quantità di CO2 e di polveri ultrafini che si propagano nelle abitazioni.
 
Più consapevoli ora dell’apporto delle biomasse solide al sistema elettrico nazionale, grazie al “1° Rapporto socio-economico e ambientale 2019”, il Presidente Tonon ha spiegato che il prossimo obiettivo dovrà essere duplice: “ridurre l’inquinamento prodotto dai piccoli impianti e continuare ad assicurare un corretto funzionamento e una costante manutenzione degli impianti medio, evitando al contempo che vengano bruciati materiali non idonei”.