Focus Leggi/Normative

16.12.2015
Questo articolo ha più di 3 anni

Riqualificazione energetica dei condomini: il disappunto della CNA per un emendamento alla Legge di Stabilità 2016

Il disappunto della CNA per un emendamento alla Legge di Stabilità: è pericolosa la trasformazione facoltativa delle detrazioni, riferite alle spese per la riqualificazione energetica dei condomini in crediti d’imposta cedibili alle imprese responsabili dei lavori.
Gli emendamenti presentati per quanto riguarda la Legge di Stabilità 2016 sono stati diversi, ma uno, in particolare, ha suscitato il disappunto e lo scetticismo della CNA.

Il principio della trasformazione facoltativa delle detrazioni, riferite alle spese per la riqualificazione energetica dei condomini, in crediti d’imposta cedibili alle imprese responsabili dei lavori è, infatti, “un emendamento pericoloso”, a detta del Presidente Nazionale di CNA Installazione Impianti Carmine Battipaglia.

L’emendamento Borghi 6.77 prevede, al comma 41, lettera a) l’inserimento, dopo il comma 2-bis, del comma 2-ter, che stabilisce che i soggetti descritti nel decreto 22 Dicembre 1986 n. 917 possano optare, per le spese sostenute dal 10 Gennaio al 31 Dicembre 2016, per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni dei condomini, per la cessione del credito ai fornitori che non hanno effettuato questi interventi, secondo modalità che dovrà definire il direttore dell’Agenzia delle Entrate con provvedimento da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Carmine Battipaglia ha dichiarato: “È un emendamento pericoloso, i cui effetti avranno pesanti risvolti negativi sulla già scarsa liquidità delle imprese. Invece di dare stabilità temporale all’ecobonus e alle detrazioni fiscali in edilizia, si allungano all’infinito i tempi di pagamento per le imprese che ora, grazie all’emendamento approvato, si vedranno riconoscere i propri crediti in 10 comode rate annuali”.

Un provvedimento di questo tipo, secondo Battipaglia, è deleterio, dopo anni particolarmente problematici che hanno caratterizzato il rapporto tra imprese e credito.

Secondo le prime valutazioni dell’Ufficio Politiche Fiscali della CNA, inoltre, la norma sembra sbagliata anche dal punto di vista tecnico: le operazioni, infatti, possono essere svolte solo dagli intermediari finanziari, quindi le imprese non possono effettuare lo sconto dei crediti fiscali. E alla cessione della rendita decennale all’impresa conseguirebbe l’attività di sconto delle rate di credito che l’impresa stessa maturerebbe nel decennio successivo.

Senza contare che la disciplina connessa alla cessione del credito ha effetti sul bilancio dello Stato.

Potrebbe, inoltre, venire a crearsi una situazione incurabile dal punto di vista creditorio e fiscale, in quanto le imprese sarebbero obbligate a ricorrere al risconto dei crediti fiscali ceduti dai clienti presso le banche che potrebbero, in questa situazione, applicare tassi vicini all’usura.

Le imprese sarebbero disgraziatamente nelle mani delle banche, secondo Battipaglia, con tutte le conseguenze che ne derivano.