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Installatori rinnovabili: a rischio 57mila posti di lavoro
L’iter di formazione obbligatorio previsto per gli installatori di impianti ad energie rinnovabili dal decreto 28/11 esclude i lavoratori con il titolo di scuola media, Lombardia e Toscana si sono già adeguate.
Confartigianato lancia l’allarme disoccupazione per gli installatori delle rinnovabili: dall’1 agosto 2013 potrebbero essere infatti a rischio 57mila installatori di impianti legati al settore delle energie da fonti rinnovabili come biomasse, solare termico, fotovoltaico, geotermia e pompe di calore.
Il decreto legislativo 28/11 stabilisce infatti che dall’1 agosto 2013 potranno eseguire interventi di installazione e manutenzione di impianti FER rinnovabili solo i responsabili tecnici (titolari e dipendenti) che hanno seguito i percorsi di formazione obbligatoria, come stabilito dalla direttiva europea recepita dal decreto italiano con le Linee Guida approvate dalla Conferenza Regioni e Province autonome dello scorso gennaio.
La questione riguarda i tecnici che operano con diverse tecnologie a fonti rinnovabili, dal sistema solare termico, al fotovoltaico e fototermoelettrico, dalle pompe di calore per riscaldamento alle biomasse e alla refrigerazione e produzione di acqua calda sanitaria.
Il problema tocca direttamente i tecnici che, seppure abbiano anni di esperienza in campo professionale, sono in possesso del solo titolo di studio della scuola dell’obbligo e ai quali il decreto non fa alcun riferimento: la questione non tocca invece i laureati o diplomati agli istituti tecnici con due anni di esperienza in azienda (esentati dagli obblighi di formazione), mentre i diplomati di scuole professionali con quattro anni di esperienza lavorativa devono seguire un corso obbligatorio di 80 ore.
“Si tratta di una disposizione assurda, inaccettabile e discriminatoria – denuncia il Presidente di Confartigianato Impianti Giovanni Barzaghi – che impedisce di lavorare a migliaia di imprenditori che da anni svolgono con competenza la propria attività”.
La disposizione limiterebbe di fatto la ripresa del settore: “Una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori del settore installazione impianti – ha rincarato Luca Falco, Delegato all’energia di Confartigianato - Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili”.
Confartigianato Impianti ha già provveduto a segnalare l’incongruenza al Ministero dello Sviluppo Economico, chiedendo che nel decreto legislativo vengano salvaguardati i diritti acquisiti (previsti dal Decreto Ministeriale 37/08) degli installatori di impianti, non laureati o diplomati, che operano da anni sul mercato.
Iter di formazione obbligatoria: Toscana e Lombardia si sono già adeguate
A livello regionale Toscana e Lombardia hanno provveduto ad ovviare al problema dei dipendenti in possesso di esperienza professionale ma senza titolo di studio sufficiente per l’accesso ai corsi.
In Lombardia, per esempio, si è stabilito un corso formativo di 80 ore (20 ore modulo comune, 60 ore per moduli specifici): l’ente accreditato può però riconoscere crediti formativi o professionali, cumulabili, che andrebbero a ridurre le ore dei moduli specifici.
In questo caso chi ha maturato esperienza lavorativa nel settore fino ad un massimo di 10 anni avrà diritto ad una riduzione del modulo teorico e all’esenzione del modulo pratico (crediti professionali).
I crediti formativi riconosciuti riguardano specifici moduli di almeno 16 ore frequentati dall’entrata in vigore del decreto legislativo 28/2011.
La Toscana ha disciplinato l’iter formativo lo scorso 18 marzo stabilendo un iter analogo a quello della Lombardia con il riconoscimento di crediti professionali e formativi. La scheda descrittiva con le specifiche del percorso formativo verrà approvata a breve.
