Focus Innovazioni
Un legno trasparente in grado di accumulare e liberare calore. Una rivoluzione possibile?
Lo scorso 3 aprile, un gruppo di ricercatori svedesi ha presentato il risultato di una sperimentazione sul legno di betulla che, debitamente trattato, si trasformerebbe in un materiale all’aspetto simile al vetro, ma in grado di immagazzinare e rilasciare calore.
L’edilizia contemporanea si sforza costantemente di mantenersi in bilico tra l’economia e l’ecosostenibilità, perché se è vero che il cliente ha un budget che va rispettato, è anche vero che con un uso accorto dei materiali è possibile generare un ritorno economico a livello dei consumi di un edificio.
Nel mezzo di questa continua ricerca di materiali che garantiscano un’elevata efficienza energetica, ma che abbiano un impatto ragionevole per l’ambiente, due ricercatori del KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, sono approdati, recuperando e modificando delle ricerche risalenti al 2016, ad un’incredibile scoperta presentata all’incontro del 2019 dell’American Chemical Society: un legno trasparente, in grado di accumulare e rilasciare calore, e assolutamente biodegradabile.
I due, Lars A. Berglund e Céline Montanari, hanno scelto di imperniare le loro ricerche sul legno di betulla, manipolandolo e svuotandolo, in un primo momento, dalla lignina, un polimero ramificato che è il principale responsabile dell’assorbimento della luce da parte del legno.
Il legno, così lavorato, va incontro ad un secondo trattamento che prevede di riempire le micro-porosità del legno precedentemente trattato con un composto di acrilico e di un materiale, il Glicole polietilenico (PEG), soggetto a cambiamenti di stato, da solido a liquido, a diverse temperature. Nello specifico questo polimero assorbe energia quando è sottoposto ad un innalzamento di temperatura e la rilascia quando, come al calar della sera o di notte, la temperatura si abbassa. Grazie a questo materiale, quindi, sarebbe possibile non solo limitare la dispersione termica quando la temperatura è bassa, ma anzi, sarebbe possibile un rilascio graduale di calore che saprebbe collaborare al mantenimento di una temperatura interna all’abitazione, costante.
Un’incredibile scoperta, dunque, che sembrerebbe gettare le basi per un’edilizia ancora più sostenibile, anche se, va detto, la sperimentazione di questo materiale è così recente da dover ancora essere testata in ogni condizione climatica; inoltre le sue proprietà sono ancora in larga parte sconosciute e come tali il livello di risparmio energetico che deriverebbe dall’applicazione di questo materiale nelle costruzioni non è ancora, comprensibilmente, definito.
Cercando di immaginare, però, un futuro non troppo lontano, non è così difficile prefigurarsi le applicazioni di questo materiale, a partire da semplici finestre e celle solari, anche di grandi dimensioni, per finire con intere abitazioni con una parete di vetro che non solo non sia fonte di dispersione energetica, ma che anzi, aiuti il bilanciamento degli interni grazie all’autoregolazione termica intrinseca nel materiale di costruzione.
Nel mezzo di questa continua ricerca di materiali che garantiscano un’elevata efficienza energetica, ma che abbiano un impatto ragionevole per l’ambiente, due ricercatori del KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, sono approdati, recuperando e modificando delle ricerche risalenti al 2016, ad un’incredibile scoperta presentata all’incontro del 2019 dell’American Chemical Society: un legno trasparente, in grado di accumulare e rilasciare calore, e assolutamente biodegradabile.
I due, Lars A. Berglund e Céline Montanari, hanno scelto di imperniare le loro ricerche sul legno di betulla, manipolandolo e svuotandolo, in un primo momento, dalla lignina, un polimero ramificato che è il principale responsabile dell’assorbimento della luce da parte del legno.
Il legno, così lavorato, va incontro ad un secondo trattamento che prevede di riempire le micro-porosità del legno precedentemente trattato con un composto di acrilico e di un materiale, il Glicole polietilenico (PEG), soggetto a cambiamenti di stato, da solido a liquido, a diverse temperature. Nello specifico questo polimero assorbe energia quando è sottoposto ad un innalzamento di temperatura e la rilascia quando, come al calar della sera o di notte, la temperatura si abbassa. Grazie a questo materiale, quindi, sarebbe possibile non solo limitare la dispersione termica quando la temperatura è bassa, ma anzi, sarebbe possibile un rilascio graduale di calore che saprebbe collaborare al mantenimento di una temperatura interna all’abitazione, costante.
Un’incredibile scoperta, dunque, che sembrerebbe gettare le basi per un’edilizia ancora più sostenibile, anche se, va detto, la sperimentazione di questo materiale è così recente da dover ancora essere testata in ogni condizione climatica; inoltre le sue proprietà sono ancora in larga parte sconosciute e come tali il livello di risparmio energetico che deriverebbe dall’applicazione di questo materiale nelle costruzioni non è ancora, comprensibilmente, definito.
Cercando di immaginare, però, un futuro non troppo lontano, non è così difficile prefigurarsi le applicazioni di questo materiale, a partire da semplici finestre e celle solari, anche di grandi dimensioni, per finire con intere abitazioni con una parete di vetro che non solo non sia fonte di dispersione energetica, ma che anzi, aiuti il bilanciamento degli interni grazie all’autoregolazione termica intrinseca nel materiale di costruzione.