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02.12.2016

Refrigeranti alternativi: formazione ancora scarsa in tutta l’Unione Europea

Formazione sui refrigeranti alternativi, il report della Commissione Europea: i tecnici preparati sono ancora troppo pochi.
È stato reso disponibile dalla Commissione Europea un report sulla formazione a proposito dei refrigeranti alternativi.
 
Il documento, sviluppato in collaborazione con AREA, Associazione dei Tecnici Europei del Freddo, cita il Regolamento Europeo 517/2014, che richiede una riduzione delle quantità di idrofluorocarburi (HFC) che le aziende possono immettere sul mercato dell’Unione Europea tramite importazione o produzione.
 
In questo modo le emissioni di gas serra saranno ridotte in modo significativo nel tempo. La riduzione è iniziata già nel 2015 e ridurrà anche le forniture concesse di HFC: al 2030, infatti, le forniture di questi gas refrigeranti verranno ridotte del 79% rispetto al 2009-2012, e verranno evitate emissioni per 70milioni di tonnellate di CO2.
 
È necessario, quindi, mettere in atto una transizione all’utilizzo di refrigeranti alternativi, alcuni dei quali però possiedono proprietà poco conosciute dai tecnici del settore.
 
Ecco perché, entro il 1° Gennaio 2017, alla Commissione è stato assegnato il compito di pubblicare un report (secondo quanto stabilito dall’articolo 21 (6) del Regolamento FGas) che esamini la legislazione europea in materia di formazione del personale che utilizzerà i refrigeranti alternativi in alternativa agli inquinanti e dannosi gas serra.
 
Il report, già pubblicato in anticipo, fornisce un’analisi della legislazione europea in materia, valuta la formazione attualmente disponibile, identifica la percentuale di tecnici già formati ed esamina le eventuali iniziative che possono essere messe in atto per la formazione sui refrigeranti alternativi.
 
È necessario sottolineare, inoltre, che secondo AREA è assente una rete capillare di strutture di formazione, la formazione pratica è scarsa e la quantità di personale qualificato è ancora piuttosto esigua.
 
ATF sottolinea, infine, che molte associazioni stanno cercando nuovi spazi occupazionali per i loro membri, e quindi potrebbero promuovere e agevolare l’accesso alla formazione. Sarebbe ottimale, però, che le autorità competenti in materia ideassero qualche strategia per incoraggiare maggiori investimenti in strutture di formazione in collaborazione con le Associazioni e altri enti del settore.

Il report è disponibile gratuitamente in allegato a questo focus.