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Aicarr 31.05.2013

Innovazioni e tendenze nelle pompe di calore: il 30° convegno nazionale AiCARR

Innovazioni e tendenze nella tecnologia e nelle applicazioni delle pompe di calore, il 30° Convegno Nazionale AiCARR si è chiuso ieri a Padova di fronte ad una numerosa platea.
Si è svolto ieri a padova il 30° Convegno Nazionale di AiCARR, che quest’anno ha visto come protagonista il tema dell’innovazione tecnologica delle pompe di calore, con uno sguardo puntuale sugli sviluppi presenti e futuri, oltre che sulle Best Practice per la progettazione degli impianti.

Ha aperto il convegno, nella splendida cornice della cinquecentesca Villa Ottoboni,  di fronte ad una sala davvero gremita, il Presidente Michele Vio, con un’interessante presentazione sulle possibilità applicative delle pompe di calore ad alta temperatura, associate ad impianti con terminali a radiatori, illustrando una serie di possibilità progettuali per ottenere vantaggi consistenti e risparmio energetico, senza sostituire gli impianti, ma semplicemente integrandoli con unità aerauliche e altri accorgimenti.
   
“I vecchi radiatori, tanto bistrattati, possono conoscere una nuova vita, se utilizzati nel modo migliore - commenta Vio - un errore che si commette spesso è quello di pensare che i radiatori debbano funzionare sempre ad alta temperatura, cosa non solo sbagliata, ma anche smentita dai fatti”.

Le pompe di calore - prosegue Vio - possono essere adattate facilmente agli impianti a radiatori, purché gli impianti vengano progettati in modo adeguato e tutti i loro componenti dimensionati correttamente.

Pompe di calore a media temperatura - schema impianto
Esempio di produzione a media temperature (tratto da Calabrese 2012)

Giampiero Colli, Segretario Generale ANIMA/Co.Aer, ha invece evidenziato nella sua presentazione quanto il potenziale delle PDC sia alto in Italia: “le analisi CoAer prevedono che circa il 25% della domanda di servizio nel riscaldamento possa essere soddisfatta con PdC, risultando in una copertura di 7,5 MTep di domanda di servizio ed un impiego di 5,2 MTep di FER (solo per la funzione invernale e Acqua Calda Sanitaria, ACS)”.

Ciononostante, le vendite e la penetrazione del prodotto nel territorio sono ancora molto lontani dal potenziale calcolato da Co.Aer, nonostante a livello tecnologico ci sia stata un’evoluzione interessante, che gli altri paesi europei hanno saputo sfruttare meglio di noi, l’Italia rimane ancora profondamente legata ai sistemi a combustione.

Secondo Colli, le cause della mancata diffusione delle pompe di calore sono da individuare nel sistema di incentivazioni, che ha privilegiato le rinnovabili elettriche: le detrazioni del 55% verranno infatti eliminate per le PDC, sostituite dal Conto Energia Termico, che però prevede contributi troppo bassi rispetto al costo iniziale di installazione. Inoltre, secondo Colli, le tariffe elettriche per le PDC sono gravate dal costo dei servizi di rete e degli incentivi per le rinnovabili elettriche, che non dovrebbero gravare sull’utilizzo delle rinnovabili termiche, infine, le tariffe a scaglioni (chi consuma di più paga di più), sono del tutto inadatte alla diffusione di tecnologie come le PDC.

“Se si riuscisse ad ottenere una tariffa dedicata si potrebbe arrivare, eliminando gli oneri di rete, a 0,21 kWh - commenta Colli - con questo si arriverebbe tranquillamente ad un risparmio del 48% sui costi di gestione, rispetto ad una caldaia a condensazione”.

Durante il convegno si è parlato molto anche delle applicazioni geotermiche legate alle PDC, evidenziando come, soprattutto nel terziario, nei complessi residenziali di dimensioni importanti o dove l’installazione delle aria-acqua non sia possibile per motivi di spazio, le PDC acqua-acqua costituiscano una valida soluzione, anche a fronte di un investimento iniziale molto più alto, consentono infatti un notevole abbassamento dei consumi e quindi un risparmio nel lungo periodo. Sono stati presentati inoltre molti progetti innovativi, applicazioni e casi di studio di impianti realizzati con PDC, anche su edifici storici vincolati.

Il futuro della climatizzazione, insomma, sembra sarà sempre più orientato verso queste tecnologie, sia per il residenziale, sia per il terziario, senza dimenticare, ovviamente, il sempre più importante campo delle riqualificazioni energetiche e delle ristrutturazioni edilizie, dove gli importanti passi avanti fatti dalle aziende e dalla ricerca consentono un'integrazione sempre più semplice, meno dispendiosa e più orientata al risparmio energetico.


A cura di: redazione ExpoClima

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