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06.11.2014
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Parigi 2015: la nuova Kyoto e le sfide Green per l’Europa

L'Unione Europea porta a Parigi 2015 le sue proposte per il taglio delle emissioni del 40% entro il 2030. Le proposte dell'UE potrebbero essere sottoscritte da tutte le nazioni, stabilendo un primato del vecchio continente nella Green Economy e nel risparmio energetico.
In occasione della terza edizione degli Stati Generali della Green Economy, un summit nazionale dedicato allo stato dell’arte dell’economia verde in Italia, si è affrontato ampiamente anche il tema di Parigi 2015.

Il prossimo anno infatti, nella splendida cornice della capitale francese, i Governi di tutto il mondo si riuniranno per siglare un accordo storico, 18 anni dopo quello di Kyoto: un trattato globale con precisi target e obiettivi di riferimento per la riduzione delle emissioni di gas serra e dunque per il mantenimento dell'aumento della temperatura entro la soglia dei 2°C, necessaria per evitare conseguenze irreversibili per il pianeta.

Fra i temi trattati durante COP21 a Parigi, si discuterà di:

  • Riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, cresciute del +65% dal 1990 ad oggi, nonostante Kyoto 1997;
  • Sostegno della Green Economy e delle tecnologie rinnovabili;
  • Green Economy come strumento per affrontare la crisi climatica in atto.

L’Europa, il secondo mercato mondiale dopo gli Stati Uniti e responsabile appena dell’8% delle emissioni di gas serra, potrebbe uscire dalla crisi politica, economica e sociale che sta attraversando, proprio puntando sulla Green Economy quale strategia vincente.

Per far questo può contare anzitutto sul traguardo, già quasi raggiunto, di riduzione delle emissioni di gas serra del 20% dal 1990 al 2013, dunque in anticipo rispetto a quanto preventivato col Pacchetto 2020 e il nuovo Pacchetto Clima-Energia per il 2030, due fra le direttive che fa del vecchio continente un punto di riferimento globale in quanto a politiche innovative ed avanzate, oltre che severe, in materia di clima ed energia.

Ciononostante, l’UE ha perso la leadership negli investimenti in tecnologie verdi, proprio nel momento in cui il mercato globale si sta orientando nella direzione diametralmente opposta, manifestando un chiaro interesse per l’energia pulita e le applicazioni green.

Ciò ha significato per l’Unione una riconversione degli obiettivi di Parigi 2015 anche a livello continentale, prevedendo:

1) Una riduzione del 40% dei gas serra emessi nell’atmosfera e dei consumi di energia primaria entro il 2030 e la promozione delle energie rinnovabili e delle misure di efficienza energetica al +27%;L’istituzione di target nazionali vincolanti per ogni singolo Stato Membro, con specifiche modalità di controllo e sanzione.

Tale obiettivo, nello specifico, si tradurrà per l’Italia in:
  • Sviluppo di tecnologie low-carbon;
  • Rafforzamento delle misure di efficienza energetica, attraverso l’estensione del target UE del 3% per la riqualificazione di tutti gli edifici pubblici; dell’1% annuo per la riqualificazione degli edifici residenziali (pari a 8 miliardi di euro di investimenti ogni anno); la stabilizzazione delle detrazioni fiscali e la facilitazione dell’accesso al credito; la diffusione di audit energetici, energy manager, sistemi di gestione certificati;
  • Sostegno alle rinnovabili, istituendo una roadmap del clima e dell’energia al 2030, sburocratizzando il sistema di riconoscimento di tale settore, come peraltro auspicato anche dal Ministro Galletti;
  • Promozione della mobilità sostenibile, tema cruciale per l’Italia, arrestando il fenomeno di urban sprawling o cementificazione del territorio, supportando l’intermodalità e raddoppiando al 2030 la quota di trasporti di merci su ferrovia e di passeggeri su treni e metropolitane, infine diffondendo i veicoli a basse emissioni.

2)
 L’individuazione di strumenti intersettoriali adeguati per il raggiungimento degli obiettivi clima-energia, a partire da una riforma della fiscalità economica che preveda un taglio ai sussidi dannosi (Carbon Tax e ICA), indirizzi di contabilità ambientale, lo spostamento della tassazione dal lavoro all’inquinamento, l’introduzione di criteri ecologici nella nuova Direttiva sulla tassazione energetica ancora in via di elaborazione.

“Non è più tempo di indugi”, come da messaggio del Presidente della Repubblica in apertura degli Stati Generali della Green Economy: il benessere diffuso, la qualità della vita e la tutela dell’ambiente non possono più aspettare, né in Europa né altrove.