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Verso l’Unione Energetica Europea
Nell’Agenda Strategica dell’UE e nel documento conclusivo al Pacchetto Clima-Energia 2030 si parla di “Unione Energetica Europea”, per garantire sostenibilità, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività.

Nell’Agenda Strategica 2014 dell’Unione Europea, uno strumento che funge da cornice al quadro dei progressi compiuti nelle politiche europee e da base per le discussioni sugli ulteriori provvedimenti necessari per la crescita dell’Unione, la parola che ricorre più frequentemente in tutte le sue molteplici sfaccettature: “Unione” del lavoro, dei cittadini, della libertà, globale e “Unione Energetica”.
Se la sintassi non inganna, l’unione delle parti, che, applicata all’Europa, significa l’unione dei suoi Stati membri, sarà la parola d’ordine del futuro per il vecchio continente, il valore aggiunto che farà la differenza nella vita delle persone e delle imprese.
Un’Unione di intenti, di politiche e di prassi, dunque, ma anche e soprattutto una “Unione Energetica”, realizzabile attraverso il raggiungimento di tre obiettivi prioritari e tra loro interdipendenti:
Se, da un lato, l’UE vanta attualmente una tra le politiche più severe al mondo in quanto a efficienza energetica e sostenibilità, tuttavia pare aver perso terreno in quanto a investimenti nel settore e peso politico, economico e decisionale globale.
Per sostenere la competitività su scala mondiale, soprattutto nei confronti dei Paesi emergenti, l’Unione Europea deve quindi rinnovare i propri sforzi verso un mercato energetico veramente interconnesso ed integrato, riducendo la dipendenza energetica, specialmente dal gas russo, e assicurando di conseguenza gli approvvigionamenti di energia, come fra l’altro ribadito da IEA nell’ultimo rapporto di sintesi.
Dal 2008, il mercato del gas nell’Europa occidentale ha beneficiato di una liquidità maggiore rispetto al resto d’Europa, grazie a superiori disponibilità, importazioni e capacità di stoccaggio della materia.
Nel campo dell’elettricità, l’accoppiamento dei prezzi a livello regionale ha integrato parte del mercato, concentrata tra Paesi nordici e baltici, Europa Centrale, Nord-Est e Sud-Ovest Europa.
Ad ogni modo, l’Unione Europea sembra essere ancora molto lontana dalla creazione di una rete energetica e di un mercato elettrico pienamente integrati.
Sia il mercato del gas che quello dell’elettricità, infatti, soffrono in Europa di ridotte capacità transfrontaliere e sussistono problemi di congestione ai confini. Inoltre, molte parti dell’Europa dell’Est e del Sud risultano tutt’ora isolate.
L’Ue sta affrontando queste sfide armonizzando le regole di rete e velocizzando gli investimenti in progetti infrastrutturali energetici, i cosiddetti “progetti di interesse comune”.
A tutto ciò, si uniscono gli obiettivi urgenti segnati nell’Agenda Strategica europea 2014 per il raggiungimento di una vera Unione Energetica Europea quali:
Se la sintassi non inganna, l’unione delle parti, che, applicata all’Europa, significa l’unione dei suoi Stati membri, sarà la parola d’ordine del futuro per il vecchio continente, il valore aggiunto che farà la differenza nella vita delle persone e delle imprese.
Un’Unione di intenti, di politiche e di prassi, dunque, ma anche e soprattutto una “Unione Energetica”, realizzabile attraverso il raggiungimento di tre obiettivi prioritari e tra loro interdipendenti:
- Protezione dell’ambiente;
- Sicurezza degli approvvigionamenti;
- Competitività.
Se, da un lato, l’UE vanta attualmente una tra le politiche più severe al mondo in quanto a efficienza energetica e sostenibilità, tuttavia pare aver perso terreno in quanto a investimenti nel settore e peso politico, economico e decisionale globale.
Per sostenere la competitività su scala mondiale, soprattutto nei confronti dei Paesi emergenti, l’Unione Europea deve quindi rinnovare i propri sforzi verso un mercato energetico veramente interconnesso ed integrato, riducendo la dipendenza energetica, specialmente dal gas russo, e assicurando di conseguenza gli approvvigionamenti di energia, come fra l’altro ribadito da IEA nell’ultimo rapporto di sintesi.
Dal 2008, il mercato del gas nell’Europa occidentale ha beneficiato di una liquidità maggiore rispetto al resto d’Europa, grazie a superiori disponibilità, importazioni e capacità di stoccaggio della materia.
Nel campo dell’elettricità, l’accoppiamento dei prezzi a livello regionale ha integrato parte del mercato, concentrata tra Paesi nordici e baltici, Europa Centrale, Nord-Est e Sud-Ovest Europa.
Ad ogni modo, l’Unione Europea sembra essere ancora molto lontana dalla creazione di una rete energetica e di un mercato elettrico pienamente integrati.
Sia il mercato del gas che quello dell’elettricità, infatti, soffrono in Europa di ridotte capacità transfrontaliere e sussistono problemi di congestione ai confini. Inoltre, molte parti dell’Europa dell’Est e del Sud risultano tutt’ora isolate.
L’Ue sta affrontando queste sfide armonizzando le regole di rete e velocizzando gli investimenti in progetti infrastrutturali energetici, i cosiddetti “progetti di interesse comune”.
A tutto ciò, si uniscono gli obiettivi urgenti segnati nell’Agenda Strategica europea 2014 per il raggiungimento di una vera Unione Energetica Europea quali:
- Accelerare la diversificazione degli approvvigionamenti energetici, includendo le rinnovabili e altre fonti energetiche territoriali;
- Studiare delle strategie per mettere a frutto il potere collettivo di contrattazione dell’Unione;
- Sviluppare le infrastrutture e le interconnessioni;
- Moderare il fabbisogno energetico aumentando l’efficienza;
- Assicurare la coerenza tra la riduzione delle emissioni di gas serra, efficienza energetica e uso delle rinnovabili, in vista degli obiettivi al 2030.