Focus Dal mondo
Questo articolo ha più di 3 anni
La classifica ACEEE delle nazioni più efficienti dal punto di vista energetico: Germania, Italia e Cina ai primi posti, giù America
Europa e Cina leader mondiali del risparmio energetico secondo la classifica di ACEEE. Stati Uniti ancora fanalino di coda, Cina primeggia anche nell'edilizia.

A pochi giorni dalla vittoria dei campionati mondiali di calcio, la Germania si aggiudica l’ennesimo trofeo, tornando a calcare ancora una volta il gradino più alto del podio: il Consiglio Americano per un'Economia ad Alta Efficienza Energetica (ACEEE) ha assegnato infatti alla Repubblica Federale tedesca guidata dalla cancelliera Angela Merkel, la Coppa del Mondo per l’Efficienza Energetica, collocandola al primo posto fra ben 16 nazioni.
Il secondo Rapporto internazionale sullo stato energetico delle economie mondiali più sviluppate (The 2014 International Energy Efficiency Scorecard), redatto da ACEEE e già disponibile online, misura la performance di efficienza energetica di 16 nazioni nel mondo, responsabili rispettivamente dell’81% del PIL e del 71% dei consumi di energia globali.
Il gruppo dei 16 viene classificato sulla base di 31 parametri, afferenti a 4 macro-aree: i tre settori principalmente responsabili del consumo di energia nelle economie sviluppate, quali edilizia, industria e trasporti, e le singole iniziative nazionali, come la definizione di un obiettivo per il risparmio energetico o di standard nazionali per i carburanti per auto, ad esempio. I criteri di valutazione considerati dall’associazione no-profit statunitense nella stesura della classifica hanno premiato, a livello europeo, gli sforzi della Germania nell’industria e dell’Italia nei trasporti, mentre, su scala internazionale, la Cina sembra segnare il passo nel campo dell’edilizia.
“Non ci sono scuse per gli Stati Uniti”, fa sapere dal Vermont Peter Welch, membro del Congresso americano, il quale si augura che questo rapporto, pubblicato a due anni di distanza (e praticamente invariato per gli USA) rispetto al primo nel 2012, scuota finalmente le coscienze americane e funga da campanello d’allarme per gli Stati Uniti circa l’importanza di raggiungere le altre potenze nel campo dell’efficientamento energetico, invece che restare a fare da imbarazzante fanalino di coda dietro a paesi come Corea del Sud, India e Australia.
Sono proprio i paesi che meglio sanno sfruttare le proprie risorse energetiche ad avere grossi ritorni a livello economico: nella riduzione dei costi, nella salvaguardia dell’ambiente e nella creazione di nuovi posti di lavoro si guadagna di fatto in competitività a livello globale. E’ infatti indubbio che, poter produrre e trasportare la stessa quantità di merce attraverso un uso sostenibile delle risorse energetiche, e dunque a costi ridotti, si tramuta oggi, per le nazioni industrializzate, in un vantaggio competitivo sugli altri paesi, e per le loro economie, in una maggiore resistenza, flessibilità e prontezza di fronte alle nuove sfide che il mercato globale pone.
Grande soddisfazione invece è espressa dalle parole del vice capo della missione diplomatica tedesca a Washington, Philipp Ackermann, il quale, felicitandosi per il primato ottenuto dalla propria nazione, ha affermato di vedere nel riconoscimento della Germania una riconferma degli sforzi fatti finora, frutto della “transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio ed energeticamente efficiente”, ricordando inoltre che “ogni KWh di elettricità non consumata ci fa risparmiare sui combustibili fossili e sulla costruzione di centrali e reti elettriche”.
Se gli Stati Uniti non vogliono mancare alla partita del risparmio energetico, è tempo che seguano l’esempio di Germania, Europa e persino del loro più acerrimo nemico, la Cina, per poter competere in un’economia globale sempre più dura e selvaggia, conclude ACEEE. Priorità? Darsi un obiettivo nazionale per il risparmio energetico, rafforzare i codici energetici nazionali per l’edilizia e i trasporti ed appoggiare iniziative di educazione e formazione nel settore dell’industria.
Il secondo Rapporto internazionale sullo stato energetico delle economie mondiali più sviluppate (The 2014 International Energy Efficiency Scorecard), redatto da ACEEE e già disponibile online, misura la performance di efficienza energetica di 16 nazioni nel mondo, responsabili rispettivamente dell’81% del PIL e del 71% dei consumi di energia globali.
Il gruppo dei 16 viene classificato sulla base di 31 parametri, afferenti a 4 macro-aree: i tre settori principalmente responsabili del consumo di energia nelle economie sviluppate, quali edilizia, industria e trasporti, e le singole iniziative nazionali, come la definizione di un obiettivo per il risparmio energetico o di standard nazionali per i carburanti per auto, ad esempio. I criteri di valutazione considerati dall’associazione no-profit statunitense nella stesura della classifica hanno premiato, a livello europeo, gli sforzi della Germania nell’industria e dell’Italia nei trasporti, mentre, su scala internazionale, la Cina sembra segnare il passo nel campo dell’edilizia.
“Non ci sono scuse per gli Stati Uniti”, fa sapere dal Vermont Peter Welch, membro del Congresso americano, il quale si augura che questo rapporto, pubblicato a due anni di distanza (e praticamente invariato per gli USA) rispetto al primo nel 2012, scuota finalmente le coscienze americane e funga da campanello d’allarme per gli Stati Uniti circa l’importanza di raggiungere le altre potenze nel campo dell’efficientamento energetico, invece che restare a fare da imbarazzante fanalino di coda dietro a paesi come Corea del Sud, India e Australia.
Sono proprio i paesi che meglio sanno sfruttare le proprie risorse energetiche ad avere grossi ritorni a livello economico: nella riduzione dei costi, nella salvaguardia dell’ambiente e nella creazione di nuovi posti di lavoro si guadagna di fatto in competitività a livello globale. E’ infatti indubbio che, poter produrre e trasportare la stessa quantità di merce attraverso un uso sostenibile delle risorse energetiche, e dunque a costi ridotti, si tramuta oggi, per le nazioni industrializzate, in un vantaggio competitivo sugli altri paesi, e per le loro economie, in una maggiore resistenza, flessibilità e prontezza di fronte alle nuove sfide che il mercato globale pone.
Grande soddisfazione invece è espressa dalle parole del vice capo della missione diplomatica tedesca a Washington, Philipp Ackermann, il quale, felicitandosi per il primato ottenuto dalla propria nazione, ha affermato di vedere nel riconoscimento della Germania una riconferma degli sforzi fatti finora, frutto della “transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio ed energeticamente efficiente”, ricordando inoltre che “ogni KWh di elettricità non consumata ci fa risparmiare sui combustibili fossili e sulla costruzione di centrali e reti elettriche”.
Se gli Stati Uniti non vogliono mancare alla partita del risparmio energetico, è tempo che seguano l’esempio di Germania, Europa e persino del loro più acerrimo nemico, la Cina, per poter competere in un’economia globale sempre più dura e selvaggia, conclude ACEEE. Priorità? Darsi un obiettivo nazionale per il risparmio energetico, rafforzare i codici energetici nazionali per l’edilizia e i trasporti ed appoggiare iniziative di educazione e formazione nel settore dell’industria.