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30.01.2018
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Inquinamento ambientale: in Italia più di 90 giorni oltre il limite per 11 capoluoghi

Legambiente, rapporto Mal'aria: nel 2017 sono stati 39 i capoluoghi di provincia che per più di 25 giorni hanno superato il livello limite di smog.
Legambiente, a pochi giorni dalla sessione di “Consiglio Ambiente” che si terrà oggi, 30 gennaio 2018, ha pubblicato il suo Rapporto Mal’aria 2018 che riassume dati, criticità e problemi rispetto al tema dell’inquinamento atmosferico nel nostro Paese. 
 
L’inquinamento atmosferico è una piaga di cui si sente sempre più spesso parlare in Italia dal momento che giornali e telegiornali ci raccontano di gravi periodi di siccità, limiti di polveri sottili superati e nubi di smog che coprono intere aree della penisola.
 
Questa rappresentazione purtroppo è concreta ed è stata confermata a pieno anche dal rapporto Legambiente “Mal’aria 2018 – L’Europa chiama, l’Italia risponde?”. Il documento, pubblicato il 25 Gennaio, vuole illustrare la situazione italiana, considerando anche le azioni perpetrate e misure messe in campo per tentare di arginare questo problema, in previsione dell’incontro dei ministri dell’ambiente di 9 Stati Membri dell’UE (Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Germania, Spagna e Francia), convocato dalla Commissione Europea.
 
Il quadro che il rapporto Mal’aria 2018 dipinge tutta la gravità della situazione, e vuole essere lo stimolo per la realizzazione di interventi efficaci e concreti dal momento che i piani decennali e gli accordi volontari stipulati finora sembrano aver fallito la loro missione.
 
 

Inquinamento ambientale: la situazione in Italia

 
Sono molti i dati riguardanti l’inquinamento atmosferico in Italia che preoccupano i responsabili di Legambiente e non solo. Basti pensare che nel 2017 il limite annuale per le polveri sottili è stato superato di 35 giorni in 39 capoluoghi di provincia italiani, con una media giornaliera di 50 microgrammi/metrocubo.
 
Tra questi però si sono toccate vette record con più di 100 giorni di inquinamento oltre il limite a Torino (112), Cremona (105), Alessandria (103), Padova (102) e Pavia (101).
Non sono messe molto meglio Asti, con 98 giornate oltre il limite, Milano con 97, Venezia (94), Frosinone (93), Lodi (90) e Vicenza (90).
 
Spaventa anche la presenza eccessiva di Pm10 in ben 31 dei 39 capoluoghi che hanno sofferto di gravi livelli di inquinamento lo scorso anno, città che si trovano soprattutto nel nord Italia e nell’area della pianura padana.
 
Anche la classifica che indica il superamento di Ozono nel 2017 risulta preoccupante, con 44 città che hanno superato il limite di 25 giorni per anno solare, con Catanzaro, Varese, Bergamo, Lecco, Monza e Mantova che hanno superato il limite per oltre 75 giorni in un anno.
 
 

L’effetto di questi dati

 
L’analisi di Legambiente sull’inquinamento atmosferico evidenzia una chiara correlazione tra gli alti livelli di polveri sottili e pm10 presenti nell’aria delle nostre città ed i molti casi di morti premature attribuite a queste cause.
 
Le stime dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) determinano che nel nostro paese siano più di 60 mila l’anno i decessi attribuibili all’inquinamento dell’aria e che i costi per la salute dovuti a patologie dovute a questa problematica raggiungano i 142 miliardi di € (stima al 2010).
 
 

Il controllo europeo e le procedure d’infrazione in capo all’Italia

 
Già negli anni passati i valori di polveri sottili e inquinanti nell’aria del nostro paese avevano raggiunto limiti superiori a quelli imposti dalla normativa europea e, per questo, l’Italia era stata sottoposta a due procedure d’infrazione da parte della Commissione Europea.
 
La prima, n. 2014/2147 notificata l'11 Luglio 2014, riguardava la cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE ed era dovuta al superamento dei limiti di PM10 in 19 zone tra il 2008 e il 2012, mentre la seconda, n. 2015/2043 notificata il 29 Maggio 2015, è dovuta al superamento dei valori limite di biossido di azoto (NO2) in 15 zone tra il 2012 e il 2014.
 
Entrambe le procedure di infrazione sono ormai ad una fase avanzata del procedimento, il cosiddetto “parere motivato”, una sorta di ultimo avvertimento da parte dell’UE agli Stati Membri che non hanno affrontato le " ripetute violazioni dei limiti di inquinamento per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale. E in particolare dai motori diesel”.
 
Il compito dell’Italia ora è quindi quello di mettere in atto delle misure idonee a risolvere il problema e tentare di evitare così il deferimento alla Corte di Giustizia dell’UE.
 
 

Misure adottate, risultati ottenuti e obiettivi futuri

 
Il Rapporto Mal’aria racchiude inoltre un excursus sulle misure adottate dall’Italia per arginare questo problema, una valutazione sui risultati ottenuti (o meno) grazie a queste misure e una breve analisi su ciò che serve ora per il nostro Paese. 
 
Sono prevenibili nel testo anche tutti i rapporti sul superamento dei limiti di polveri sottili, PM10, O3, sulle fonti principali di emissioni e un confronto tra i dati di inquinamento atmosferico tra città di altre nazioni europee ed italiane.