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24.07.2012

Grandi prospettive per il Solare Termodinamico in Italia, parola di Gianluigi Angelantoni, presidente ANEST

24/07/2012 - Il futuro dell’energia solare in Italia potrebbe non essere solo fotovoltaico. I due recenti decreti (V Conto Energia e Rinnovabili Elettriche), che hanno lasciando scontenti soprattutto gli operatori del fotovoltaico, hanno però incentivato con misure di vantaggio un’altra tecnologia meno conosciuta, ma altrettanto promettente: il Solare Termodinamico o CSP, acronimo inglese per Concentrating Solar Power.

Per tentare un abbozzo di questo futuro e tracciare i contorni di un piano di sviluppo che sembra ormai definito abbiamo intervistato Gianluigi Angelantoni, presidente di ANEST, Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, associazione senza fini di lucro nata nel 2009.

Dott. Angelantoni, ci racconta brevemente la storia di questa tecnologia, ancora poco conosciuta?
“I paesi in cui le tecnologie CSP hanno avuto i maggiori sviluppo applicativi, fino ad oggi, sono gli Stati Uniti e la Spagna. Negli USA lo sviluppo applicativo delle tecnologie CSP ha avuto inizio in California alla fine degli anni 80 con la costruzione di nove impianti denominati SEGS, con collettori parabolici, con una potenza complessiva di circa 350 MW, aggiornati nel corso degli anni. Tre anni fa’ è stata realizzata, in meno di 2 anni, la centrale di Las Vegas chiamata Nevada Solar One. In Spagna nel 1998 sono partiti tre grandi progetti applicativi: Andasol, Solar Tres e PS10, una centrale a torre da 10 MW. Piace però ricordare che l’Italia è stata pioniera in questo settore del solare perché nel 1980 un consorzio italo-franco-tedesco ha realizzato la centrale di Adrano, nominata Eurelios, del tipo a torre da 1MW, oltre a tutte le importanti realizzazioni a concentrazione progettate e realizzate dal Prof. Francia sulle colline di S. Ilario a Genova. Nel 2001 è partito il progetto solare termodinamico dell’ENEA che ha portato allo sviluppo di una versione innovativa della tecnologia dei collettori parabolico-lineari con la centrale di Priolo Gargallo da 5 MW, funzionante con l’ innovativo sistema a Sali fusi, ideato dal Prof. Rubbia.
L’uso dell’energia solare tuttavia, leggenda o storia, fece il suo ingresso già 2200 anni fa precisamente nel 212 a.C., nella battaglia che vide assediata Siracusa dalle truppe del console romano Marcello. Archimede, con l’invenzione degli specchi ustori, riuscì a incendiare alcune navi romane, concentrando il calore del sole su di esse, e divenne così il pioniere di questa tecnologia”.

Perché ritiene che il CSP sia importante per lo sviluppo del nostro paese?
“Il solare termodinamico è una tecnologia dalle grandi prospettive in Italia, anche se attualmente la potenza installata è limitata ai 5 MW dell’impianto Enel di Priolo Gargallo. Sono infatti in fase di autorizzazione circa 180/200 MW tra Sicilia, Sardegna, Puglia e Lazio, regioni con alta irradiazione solare e con un paesaggio adatto alla costruzione di grandi impianti per sfruttare l’energia solare e produrre energia elettrica. La recente inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo di Archimede Solar Energy (ASE - società del gruppo Angelantoni Industrie) a Massa Martana, ha dato un grosso contributo all’intero settore, con una potenziale produzione di circa 75.000 tubi ricevitori solari all’anno. Gli addetti di settore, specificamente dedicati dalle rispettive aziende, sono pari a un migliaio, con una previsione di crescita diretta e indiretta che stima al 2020 la decuplicazione della forza lavoro attualmente impiegata. L’Italia oggi costituisce il posto ideale dove far partire la filiera del solare termodinamico, avendo tecnologie proprie (specialmente nell’ innovativo uso dei Sali fusi), e una filiera già completa e parzialmente già collaudata a Priolo. Fatta la necessaria esperienza in casa, le aziende potranno così competere all’estero perché la maggior crescita d’impianti di questo tipo sarà probabilmente nelle regioni del Nord Africa che si affacciano sul Mar Mediterraneo, dove l’Italia può giocare in posizione di vantaggio”.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del solare termodinamico, rispetto alle altre tecnologie rinnovabili, in particolare il fotovoltaico?
“Una delle principali caratteristiche dei sistemi solari termodinamici è quella di ovviare, seppur in modo parziale, alla non continua disponibilità della fonte solare, consentendo la programmazione del dispacciamento di energia elettrica in modo del tutto analogo a quello di un impianto idroelettrico. La penetrazione delle altre fonti rinnovabili non dispacciabili, quali fotovoltaico ed eolico, rende necessaria l’adozione di misure compensative sulla rete, atte a stabilizzare il funzionamento discontinuo. Oltre a questo la tecnologia del CSP possiede un costo di generazione competitivo con il PV e suscettibile di ulteriori riduzioni, soprattutto se si saprà valorizzare la componente termica non utilizzata per produrre elettricità (cascami di calore)”.

Nel nuovo decreto per l’incentivazione delle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale, sono previste condizioni particolari per gli impianti Solari Termodinamici... Ci può spiegare perché è stato necessario concedere questo “vantaggio”?
“Come ogni tecnologia innovativa, il CSP ha bisogno di una forte spinta iniziale che generi massa critica, riduzione dei costi, esperienze ingegneristiche e stimolazione degli investimenti”.

Crede che questi incentivi saranno sufficienti a rendere la tecnologia matura, anche da un punto di vista economico, e sviluppare una filiera italiana?
“Anche se le richieste dell’ANEST erano ben superiori, riteniamo che il DM abbia i contenuti sufficienti a far decollare il CSP con tutta la sua filiera. Gli investimenti saranno pari, a nostro avviso, a circa 3 miliardi di euro in 5 anni che daranno un ritorno alle casse dello Stato, solo in termini di IVA, oltre 600 milioni di euro, con ridottissimo impatto sul costo della bolletta (fra l’altro, non prima di 2 o 3 anni). In aggiunta, si creerà occupazione fissa di almeno 10.000 addetti con ovvi ulteriori vantaggi anche fiscali. Per questo abbiamo dato un giudizio moderatamente positivo del DM”.

Nel lungo periodo cosa vi aspettate?
"Uno scenario possibile, almeno in Italia, è che la maggior parte dell’energia da solare termodinamico sarà prodotta in una prima fase negli impianti di grande taglia (30-50 MW). È auspicabile, però che il settore apra i suoi orizzonti al pieno sfruttamento delle sue caratteristiche peculiari che, oltre alla produzione di energia elettrica, consentono la produzione di energia termica con l’utilizzo del calore in ambito domestico, commerciale e industriale, come ad esempio il Solar Cooling, la desalinizzazione, il riscaldamento di serre e la produzione di vapore."