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EHPA, pompe di calore: il nuovo ‘must’ dell’Unione Energetica Europea
Novità incoraggianti dall'EHPA, che annuncia una ripresa a due cifre per il mercato delle pompe di calore in Europa, guidato da Francia, Svezia e Germania. Italia quarta con circa 9TWh di energia rinnovabile prodotta grazie alla pompa di calore.
Dopo un leggero calo e il periodo di stagnazione attraversato negli ultimi tre anni, il mercato delle pompe di calore in Europa si starebbe risollevando, mostrando evidenti segni di crescita e ripresa, soprattutto in paesi come Francia e Svezia, i mercati più floridi in quanto a vendite di pompe di calore.
La notizia, accennata appena qualche tempo fa dall’EHPA (Associazione europea delle pompe di calore), ha trovato recentemente nuove conferme, come dimostra uno studio, acquistabile online, contenente dati e statistiche legati alle vendite di pompe di calore in 21 paesi europei.
Lo “European Heat Pump Market and Statistics Report 2014” mostra chiaramente come, almeno negli ultimi due anni, cioè dopo l’annus horribilis del 2012, il mercato europeo delle pompe di calore sta tornando a crescere, passando dalle 750.436 unità vendute nel 2012 alle 771.245 del 2013 (+3%).
I dati relativi al 2014 saranno presto disponibili e con tutta probabilità confermeranno il trend in atto, che non annuncia a smorzarsi né per l’anno in corso né per quelli a venire.
Negli ultimi vent’anni, complessivamente, sono state installate in Europa quasi 7 milioni di pompe di calore, l’equivalente di circa 224GW di capacità installata e 120,8TWh di energia prodotta, della quale 77,8TWh, circa il 65%, sarebbe rinnovabile.
Percentuali importanti, che sembrano confermare ancora una volta le ipotesi avanzate da altri studi di settore circa lo sviluppo delle rinnovabili nei prossimi anni, con le biomasse ai primi posti, a soddisfare entro il 2030 il 20% del fabbisogno energetico mondiale.
Francia (22.29TWh), Svezia (12.88TWh) e Germania (9.70TWh) sono i primi tre paesi, tra i 21 tracciati, che nel 2013 hanno prodotto maggiore energia da fonti rinnovabili grazie alla tecnologia della pompa di calore. Di conseguenza, hanno anche contribuito alla riduzione di emissioni nocive in atmosfera, per un totale di circa 20Mt di esalazioni inquinanti risparmiate.
Thomas Nowak, Segretario Generale dell’EHPA, ha commentato con entusiasmo la notizia, parlando di risultati “incoraggianti”, non solo, naturalmente, per il settore delle pompe di calore, ma anche per gli obiettivi politici generali che l’Unione Europea si è data.
Efficienza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera non sono solo le tre caratteristiche principali che caratterizzano il funzionamento della pompa di calore rispetto ad altre tecnologie, come la classica caldaia, ma anche i tre obiettivi prioritari che l’Unione Europea si è data, discutendone in occasione dell’approvazione del Pacchetto Clima-Energia 2030 e prossima a trattare alla Conferenza sul Clima e l’Energia di Parigi nel 2015.
L’industria è matura e le pompe di calore, soluzioni ideali sia per applicazioni residenziali che industriali, per riscaldamento e condizionamento, rappresentano oramai un “must” per l’Unione Energetica Europea, come l’ha definita l’EHPA.
Non solo in termini di sostenibilità, competitività e certezza degli approvvigionamenti (tanto che questa tecnologia, unita più in generale alle fonti rinnovabili, come il geotermico, potrebbe azzerare, ad esempio, il fabbisogno di gas metano proveniente dalla Russia, dal quale l’Italia è dipendente), ma anche in termini di occupazione locale e di problematiche legate all’importazione e utilizzo di combustibili fossili, per i quali viene speso circa 1 miliardo di euro al giorno.
La notizia, accennata appena qualche tempo fa dall’EHPA (Associazione europea delle pompe di calore), ha trovato recentemente nuove conferme, come dimostra uno studio, acquistabile online, contenente dati e statistiche legati alle vendite di pompe di calore in 21 paesi europei.
Lo “European Heat Pump Market and Statistics Report 2014” mostra chiaramente come, almeno negli ultimi due anni, cioè dopo l’annus horribilis del 2012, il mercato europeo delle pompe di calore sta tornando a crescere, passando dalle 750.436 unità vendute nel 2012 alle 771.245 del 2013 (+3%).
I dati relativi al 2014 saranno presto disponibili e con tutta probabilità confermeranno il trend in atto, che non annuncia a smorzarsi né per l’anno in corso né per quelli a venire.
Negli ultimi vent’anni, complessivamente, sono state installate in Europa quasi 7 milioni di pompe di calore, l’equivalente di circa 224GW di capacità installata e 120,8TWh di energia prodotta, della quale 77,8TWh, circa il 65%, sarebbe rinnovabile.
Percentuali importanti, che sembrano confermare ancora una volta le ipotesi avanzate da altri studi di settore circa lo sviluppo delle rinnovabili nei prossimi anni, con le biomasse ai primi posti, a soddisfare entro il 2030 il 20% del fabbisogno energetico mondiale.
Francia (22.29TWh), Svezia (12.88TWh) e Germania (9.70TWh) sono i primi tre paesi, tra i 21 tracciati, che nel 2013 hanno prodotto maggiore energia da fonti rinnovabili grazie alla tecnologia della pompa di calore. Di conseguenza, hanno anche contribuito alla riduzione di emissioni nocive in atmosfera, per un totale di circa 20Mt di esalazioni inquinanti risparmiate.
Thomas Nowak, Segretario Generale dell’EHPA, ha commentato con entusiasmo la notizia, parlando di risultati “incoraggianti”, non solo, naturalmente, per il settore delle pompe di calore, ma anche per gli obiettivi politici generali che l’Unione Europea si è data.
Efficienza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera non sono solo le tre caratteristiche principali che caratterizzano il funzionamento della pompa di calore rispetto ad altre tecnologie, come la classica caldaia, ma anche i tre obiettivi prioritari che l’Unione Europea si è data, discutendone in occasione dell’approvazione del Pacchetto Clima-Energia 2030 e prossima a trattare alla Conferenza sul Clima e l’Energia di Parigi nel 2015.
L’industria è matura e le pompe di calore, soluzioni ideali sia per applicazioni residenziali che industriali, per riscaldamento e condizionamento, rappresentano oramai un “must” per l’Unione Energetica Europea, come l’ha definita l’EHPA.
Non solo in termini di sostenibilità, competitività e certezza degli approvvigionamenti (tanto che questa tecnologia, unita più in generale alle fonti rinnovabili, come il geotermico, potrebbe azzerare, ad esempio, il fabbisogno di gas metano proveniente dalla Russia, dal quale l’Italia è dipendente), ma anche in termini di occupazione locale e di problematiche legate all’importazione e utilizzo di combustibili fossili, per i quali viene speso circa 1 miliardo di euro al giorno.
