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ANIMA-Confindustria: l’export tiene, ma servono misure urgenti per il mercato interno
ANIMA (Federazione delle associazioni nazionali dell’industria meccanica varia ed affine) ha presentato ieri a Milano i dati di preconsuntivo 2012 e previsioni 2013 sul comparto dell'industria meccanica nazionale.
È un quadro preoccupante ma complesso quello presentato ieri alla conferenza stampa di ANIMA (Federazione delle associazioni nazionali dell’industria meccanica varia ed affine), che comprende al suo interno, lo ricordiamo, anche Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici), Climgas (Associazione costruttori e distributori di apparecchiature a gas per la climatizzazione) e COAER (Associazione costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici). Un quadro che getta luci e ombre sul futuro di uno dei settori più importanti della manifattura italiana, che ha fatto dell’export una propria vocazione, ma che, senza una ripresa dei consumi interni, fatica a intravedere un futuro certo.
Nel comparto dell’industria meccanica, infatti, il mercato domestico rappresenta circa il 60% del volume totale: mentre il fatturato all’estero va bene, quindi, quello interno è letteralmente crollato, portando molte aziende – che fino allo scorso anno avevano risentito solo marginalmente della crisi – a confrontarsi con un -20% di domanda interna rispetto al 2008. Un dato questo che, ovviamente, si somma a tutti i problemi strutturali del nostro paese, come l’elevato costo del lavoro, il prezzo eccessivo dell’energia e della burocrazia, i problemi infrastrutturali sui trasporti; oltre che ad elementi nuovi emersi con la crisi, come la riduzione dei crediti dalle banche o i debiti non pagati dalle pubbliche amministrazioni: elementi che portano a diseconomie non facilmente compensabili solamente dalla forza dell’export.
“Il problema dell’industria meccanica italiana – sostiene Marco Fortis, responsabile della Direzione Studi Economici di Edison Spa e professore di economia alla Cattolica di Milano – sta in questa forbice aperta tra il mercato interno e quello dell’export. La manifattura italiana all’estero resta forte: siamo uno dei soli 5 paesi ad avere un surplus strutturale con l’estero, la seconda manifattura in Europa e la quinta al mondo”.
Il problema, dunque, sarebbe tutto interno, all’Italia, ma anche all’Europa che, secondo Fortis “sta distruggendo il mercato interno (europeo) inseguendo una cieca politica di austerità, mentre manca completamente una visione dell’Unione come mercato unico”.
Secondo Sandro Bonomi, presidente ANIMA, è necessario formare un governo al più presto, che possa attuare misure urgenti per rilanciare il mercato interno: “ritengo sia fondamentale indirizzare al nuovo Governo che verrà, qualunque esso sia, un documento, derivato anche dalla condivisione del recente documento programmatico presentato da Confindustria, che abbiamo chiamato: ANIMA per l’Italia, un percorso per lo sviluppo che meritiamo”.
Tra i 7 punti di ANIMA si trovano anche l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili termiche, la stabilizzazione del 55% e la creazione di un marchio di denominazione obbligatoria Made-in anche per i prodotti della meccanica.
In allegato il documento completo di ANIMA e i principali dati del preconsuntivo 2012 e previsioni 2013.
